Claudio Baglioni questa sera al Teatro Ariston riceverà il Premio Tenco, riconoscimento per anni rincorso e che ora arriva a coronamento di una carriera straordinaria.
Come riportato da Sanremonews24, Sergio Staino, presidente del Club Tenco, ha parlato del riconoscimento.
“È un momento bellissimo che chiude una storia iniziata quando 42 anni fa, avevo appena iniziato a lavorare per Linus e ho chiesto un autografo per mia nipote in cambio di un disegno. Sono contentissimo di avere qui Claudio, penso che al di là di polemiche e discussioni sia un grande onore avere ospite un grande artista. E dico ‘grande artista’ non solo dal punto di vista musicale ma anche letterario e intellettuale. Quando si è ipotizzata la sua presenza qualcuno ha storto un po’ la bocca, ma la maggioranza ha detto sì.”
Gli fa eco Stefano Senardi, componente del Direttivo del Club Tenco.
“Da 20 anni faccio parte di questa squadra, sono molto contento perché chi ama la musica deve stare dietro ai cambiamenti. Come ha detto Claudio questo era un passaggio obbligato che penso avremmo dovuto fare anni fa. Avere Marracash in apertura e Baglioni in chiusura mi rende felice.”
Claudio Baglioni al Premio Tenco
Ecco, invece, le parole di Claudio Baglioni in conferenza stampa.
“Ho incontrato Tenco una sola volta, al bar della RCA nell’inverno del ’67, lo ricordo silenzioso al bar, probabilmente malinconico come era il suo modo di guardare il mondo. Non l’ho mai conosciuto, sono un suo fan e lo considero insieme a Umberto Bindi il musicista di quegli anni. Pensavo di non riuscire più a venire a Sanremo per il Tenco visto che ho inciuciato con il Festival.
Mi ricordo di Luigi nel ’67 quando cantò “Ciao amore ciao” che forse non era la migliore delle sue canzoni, ma in famiglia davamo i voti ai cantanti e quella volta ci trovammo d’accordo che forse era la canzone migliore di quel Festival. Trovo sacrosanto che ci fosse una divisione tra canzone d’autore impegnata e canzone pop, non è vero che è tutto uguale.
Siamo diventati tutti uguali e non è vero, ci sono delle distinzioni ed è corretto che ci sia una distanza tra artisti. Non ho mai pensato di arrivare al conseguimento di un premio così ma trovo che sia un premio alla carriera ed è un segno positivo che arrivi molto tardi perché vuol dire che la carriera è ancora in esistere.
C’è stata una fretta di etichettare che forse era dovuta a una voglia di cambiare il mondo nata alla fine degli anni ’60. C’erano i militanti e chi non lo era. Pensavo che non essendo stato un incendiario ora non devo essere un pompiere.
Apprezzo il Premio Tenco anche se elitario, penso che si giusto. Anche il Festival di Sanremo iniziò così, mi ero nominato prima direttore e po dirottatore artistico di un Festival fortemente musicale e non fenomenistico. Sono usciti fuori dei bei personaggi. Sono state due edizioni che hanno rotto un certo rituale e mi sembra che sia continuata.”

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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