Mancano poche ore all’atteso appuntamento di Claudio Baglioni alle Terme di Caracalla, dove prenderà il via Dodici Note Tutti Su, tournée che oltre all’iconica location romana toccherà anche Siracusa e l’Arena di Verona.
Il cantautore romano, reduce da un tour teatrale invernale lungo 71 date, ha incontrato la stampa per parlare del nuovo progetto live.
“Il successo è imperdonabile per chi non ti apprezza. L’artista in un esercito rappresenta il trombettiere. La guerra la fanno gli altri. Un artista serve, ma non va mitizzato.”
Nella piccola conferenza stampa, il primo a prendere la parola è Francesco Giambrone, Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma.
“Un concerto come questo, che si svolge alle Terme di Caracalla, ha un forte valore simbolico. Siamo all’uscita del tunnel e dobbiamo essere tutti più ottimisti. Il ritorno dal vivo e per 12 sere è un segnale che si prefigura come una grande Festa della Musica.
Il Teatro dell’Opera apre la sua programmazione a Caracalla, in un luogo in cui Claudio si sente a casa, proponendo un progetto di qualità, ovvero ciò di cui abbiamo bisogno per ripartire.”

Claudio Baglioni alle Terme di Caracalla
“Sul palco porteremo l’arte, un caleidoscopio di colori, uniti dal filo conduttore della musica, che in questa occasione dimostra quanto può essere straordinaria e allo stesso tempo multiforme e misteriosa.”
Queste le prime parole di Claudio Baglioni per descrivere un progetto sentito e fortemente voluto.
“Come spesso succede, uno gira tutto il mondo e magari dimentica le meraviglie della sua città. Ho visitato Caracalla, per la prima volta, nel 1989, quando Vangelis – che ci ha lasciati pochi giorni fa – tenne un suo concerto nell’enorme cavea che, ogni estate, viene allestita nel complesso archeologico, per ospitare opere e balletti. Avevo lavorato con Vangelis, sedici anni prima a Parigi, alla realizzazione dell’album “E Tu”.
C’eravamo, poi, incontrati di nuovo a Londra e, finalmente, ci ritrovavamo a Roma. Da allora, ho fatto tanti progetti per salire su quel palcoscenico e altrettanti rimandi. Ho cantato e suonato in cento luoghi della città.
Dal balcone della casa di Centocelle a via dei Fori Imperiali davanti al Colosseo e accanto all’Altare della Patria; dal Palaeur al Teatro dell’Opera; dall’Auditorium alla Sala Nervi; dalle piazze di quartiere a piazza San Pietro; dallo Stadio dei Marmi allo Stadio del Tennis; dallo Stadio Flaminio allo Stadio Olimpico; sulla scalinata di Trinità dei Monti e su un camion a Ostia.
E, ora – con un grandissimo spettacolo polivalente, accompagnato da 123 tra musicisti, coristi, performer classici e moderni – mi capiterà d’esibirmi per dodici sere – come non è mai successo a nessun artista che non appartenga alla musica operistica o alla danza – in uno spazio unico al mondo: un teatro millenario che si apre verso il futuro per correre una nuova avventura tra suoni e luci, sogni e voci. Dodici note e Tutti su!”
Un pensiero, poi, legato all’unicità del progetto.
“Si tratta di un concerto universale e non solo musicale, il mio modo per adattarmi a un luogo iconico, speciale. Con l’Orchestra proseguirò un discorso legato al pop sinfonico, con arrangiamenti calzanti alla situazione.
Qui propongo tradizione, ma anche novità. Spesso si dice che gli autori delle canzoni non producono più opere complesse. Ma non è corretto, perché si può proporre un progetto arricchendolo non solo nella sostanza, ma anche nella forma.
Si tratta di concerto di musica e gestualità.”

Nella scaletta spicca la scelta di proporre un poesia di Trilussa.
“Non parlerò della guerra e di quello che sta accadendo. Le parole, specialmente quelle che riescono a raccontare i grandi fatti del mondo, sono quelle più semplici. Non vorrei cadere in frasi fatte e luoghi comuni. Trilussa canta la guerra attraverso una Ninna Nanna. Oltre a questo non c’è niente da dire. La musica è immortale, le parole è più difficile che lo siano, ma in questo caso Trilussa parla dell’attualità con disarmante naturalezza. A volte le parole è meglio non strillarle, ma sussurrarle. Poi l’arte non va spiegata, perché cosi perde la sua forza.”
Visto il successo della leg invernale, del tour estivo (Qui le date) e della tournée autunnale, Claudio Baglioni sta pensando di tornare negli stadi?
“Nella mia testa c’è l’idea di tornare, ma bisogna farlo con un progetto nuovo, pensato appositamente per quello spazio.”
Qui il racconto della serata e la scaletta.
Foto delle prove di Roberto Panucci

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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