Dargen D'Amico

Nei sogni nessuno è monogamo (Island Records / Universal Music Italy) è il nuovo album di Dargen D’Amico, che arriva dopo il successo ottenuto al Festival di Sanremo dove il cantautorap ha presentato il brano Dove si Balla.

Nei sogni nessuno è monogamo è un album complesso ed eterogeneo, in cui a essere fornito è il suo personalissimo sguardo sulle cose.

“Noi siamo una tragedia che fa ridere, questo volevo dire. Ci accetto, ma continuo a sentirmi un egoista che ha decisamente passato più tempo a provare a capire sé stesso che a perdonare gli altri.”

Il fil rouge che lega i brani di cui il progetto si compone è, infatti, proprio il suo stesso artefice. È Dargen il fulcro della narrazione, è esclusivamente il suo il modo di vedere il mondo e la realtà, di raccontare i sentimenti, le inquietudini e gli sprazzi di gioia che si alternano nella vita di tutti i giorni a ritmo regolare e cadenzato.

Ciascuna traccia, benché connessa a tutte le altre, rappresenta una storia a sé, un capitolo definito con cui l’artista scrive parte della propria storia personale cercando di attuare una sorta di autoanalisi, alla ricerca – forse – di una sorta di catarsi, di redenzione, di pace con sé stesso.

Dargen D’Amico Nei sogni nessuno è monogamo

L’artista ha rilasciato un’intervista a Rolling Stone nella quale ha parlato del suo percorso artistico e di un’idea che lo ha sfiorato prima di Sanremo

“Avevo bisogno di un’occasione di rottura, per riaprire le valvole. Tutto quest’album, realizzato nei due mesi successivi all’annuncio del cast di Sanremo, va visto proprio così: come il lavoro di una persona che, prima di quel momento, aveva meditato seriamente di mandare in pensione il progetto Dargen D’Amico. E quindi ha tirato fuori un sacco di questioni derivate di quella riflessione.”

Queste le parole spiazzanti di Dargen D’Amico.

“Non è obbligatorio continuare ad andare avanti, se non ci sono più le condizioni. Il progetto rischiava di non avere più una ragion d’essere, e di non stare in piedi neanche in termini di economie. È sempre stato molto piccolo, e si stava rimpicciolendo ulteriormente. […] Se non fosse arrivato Sanremo avrei probabilmente fatto altro, come d’altronde hanno fatto i due terzi delle persone che avevano un pubblico di nicchia e facevano musica in Italia prima del Covid. Nel nostro Paese è molto complesso fare questo mestiere, come tutti sappiamo.”

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