Fiorello ricorda Pippo Baudo: “Ha dato il fattore umano alla televisione, non dimentichiamolo”

Un ricordo che parte dalle radici comuni e si trasforma in una riflessione sul futuro della televisione; all’uscita dalla camera ardente di Pippo Baudo al Teatro delle Vittorie, Fiorello, visibilmente commosso, ha reso omaggio a una delle figure più importanti della tv italiana.

“Per noi siciliani è sempre stato un orgoglio – racconta ad Adnkronos – anche quando non lo conoscevo. Sapere di essere siciliani come Pippo ci riempiva il cuore”. Un legame, il loro, nato dall’appartenenza alla stessa terra e poi rafforzato da un rapporto personale fatto di complicità e ironia.

Quando gli viene chiesto chi fosse davvero Baudo, Fiorello fatica a trovare le parole: “Non è un semplice conduttore o direttore artistico. Tutto quello che è stato detto in questi giorni è vero, ma Pippo è sempre un po’ di più. La Rai dovrebbe erigere una statua in suo onore, perché ci ha insegnato senza volerlo, solo guardandolo”.

Dalle parole dello showman emerge anche una critica all’attuale frenesia televisiva: “Guardando i suoi programmi mi sono accorto di quanto ci siamo allontanati. Un pezzo musicale che durava dieci minuti oggi sarebbe impensabile, così come un monologo di un quarto d’ora. Eppure quella era la televisione. Ci siamo dimenticati delle pause, dei racconti”.

Fiorello respinge l’etichetta di “erede”, ma riconosce l’eredità più grande di Baudo: aver inserito il “fattore umano” in una televisione troppo perfetta e rigida. “Speriamo di non perdere questo, di non dimenticare ciò che ci ha lasciato”, conclude con emozione.

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