Clara

Intervista a Clara che, a un anno dall’esordio all’Ariston con Diamanti Grezzi, torna in gara a Sanremo con il brano Febbre.

disponibile in presave e preorder, anche nel formato fisico vinile 7″- 45 giri contenente il singolo di Sanremo “Febbre” e la canzone che per la prima volta l’ha portata sul palco del teatro Ariston un anno fa, “Diamanti Grezzi“. 

Febbre“, prodotto da Dardust, parla di emozioni e sentimenti contrastanti che avvengono dentro di noi quando si insegue qualcosa, che sia un sogno o semplicemente il percorso della vita. “Febbre” racconta come sia importante trovare la versione migliore di se stessi anche tramite gli alti e bassi, proprio come la febbre che sale e scende. “Febbre”, dal punto di vista musicale e di produzione, è stato concepito come se fosse un film articolato in quattro scene principali e ognuna evoca un mondo sonoro distinto che si alterna e si evolve. Il primo mondo è rappresentato da un’intro orchestrale ed emozionale. La seconda scena entra invece nella zona più urban e trap, in cui la metrica vocale dilatata lascia spazio a un ritmo serrato, segnando un cambio repentino, un colpo di scena. È un mondo fatto di bassi pulsanti, sub profondi dove Clara, con la sua vocalità, si inserisce mostrando un’attitudine urban contemporanea. Il terzo momento è quello dell’elettronica, racchiusa però con un’estetica elegante. Clara continua a giocare con il contrasto tra la ritmica serrata e una melodia calda, creando una dimensione avvolgente e ipnotica. La quarta scena si sviluppa nello special e nel finale, in cui tutti i mondi precedenti si incontrano e si fondono: gli archi orchestrali, l’urban pulsante e l’elettronica elegante trovano una sintesi, dando vita a un climax che racchiude l’intero universo del brano.

Nella serata di venerdì 14 febbraio, dedicata alle cover, Clara si esibirà sulle note della hit internazionale “The sound of silence“, accompagnata dal trio italiano più famoso al mondo, Il Volo. “The sound of silence“, canzone amata da intere generazioni, permetterà a Clara di mostrare un lato della sua voce e della propria personalità differente, grazie anche al supporto di Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, che vinsero il Festival di Sanremo esattamente 10 anni fa e con i quali la giovane artista si è esibita qualche mese fa all’Arena di Verona in occasione di “Tutti per Uno”, l’evento-concerto in cui il trio è stato accompagnato sul palco da numerosi ospiti per festeggiare insieme i 15 anni di carriera.

Intervista a Clara, in gara a Sanremo 2025 con il brano “Febbre”

Clara, seconda partecipazione al Festival di Sanremo. Cosa rappresenta per te questo evento e quali sono le sensazioni a pochi giorni dal debutto?

Sicuramente tanta carica, adrenalina, un’opportunità gigante per me, per la mia musica, per la mia persona e per i miei fan. È anche una sfida, per mettermi in gioco di nuovo.

Torni a Sanremo con “Febbre”, un brano che ha un incipit di violini. Una scelta dettata anche da un segnale…

Credo molto nell’energia. “Febbre” è nata prima dello scorso Sanremo, ma quando l’ho riascoltata mi sono detta: “Caspita, inizia con questi violini e questi archi, proprio come ‘Diamanti’… devo tornare a Sanremo con questa canzone!”

Quali emozioni hai provato ascoltando “Febbre” suonata dall’orchestra per la prima volta?

È sempre un’emozione incredibile! Quando ascolti un brano, sei abituato al master, ma sentirlo con strumenti veri, suonati dal vivo, è un’altra cosa. È tutto più vero, più romantico.

“Febbre” sembra mettere in risalto sia la tua attitudine urban che un lato più sperimentale del tuo stile.

Sì, il pezzo ha molte influenze e un’anima sperimentale. Io sono una persona che tende a mollare quando qualcosa diventa difficile, ma questa volta Dardust mi ha spinto oltre. Imparare a cantare “Febbre” è stato impegnativo: ho studiato per mesi, facendo quattro ore a settimana di lezione con due insegnanti di canto. Vorrei portarla su quel palco al meglio delle mie possibilità, senza rimpianti.

Per la serata delle cover canterai “The Sound of Silence” con Il Volo. Un’esperienza nuova per te, anche perché canterai in inglese.

Sì, e lo adoro! Io trovo l’inglese più semplice da cantare rispetto all’italiano, è una lingua più dolce, le parole si legano meglio tra loro. Ieri in prova è stata una bomba, spero che lo sia anche sul palco con Piero, Ignazio e Gianluca.

Qual è il punto di incontro tra la vostra idea di musica?

Sono diversissimi tra loro, ma alla fine siamo quattro ragazzi giovani. L’intesa è nata subito!

Hai mai pensato a sviluppare una carriera internazionale?

È il mio sogno! Vorrei cantare all’estero, ma ogni cosa ha il suo tempo. Intanto sono qui, al mio secondo Sanremo, e passo dopo passo costruisco il mio percorso.

A Sanremo hai lanciato anche un’iniziativa particolare: la “Farmacia dell’amore”. Di cosa si tratta?

È un pop-up che ho creato con il mio team ed è una cosa di cui vado molto fiera. Sanremo mi dà tanta visibilità e voglio sfruttarla per trasmettere un messaggio importante: non bisogna avere paura di chiedere aiuto. Io stessa, per tanto tempo, ho evitato di affrontare certi temi, ma ora voglio invitare tutti, giovani e non, a prendersi cura della propria salute mentale.

Pochi giorni fa sei tornata nella tua scuola di Travedona Monate per inaugurare “L’Aula dei Sogni”. Com’è andata?

Bellissima! Vedere la gioia dei bambini mentre esploravano la stanza è stato emozionante. Credo che sia fondamentale non togliere mai ai bambini l’opportunità di sognare. Noi siamo fortunati, ma nel mondo ci sono realtà molto diverse.

Il tuo rapporto con i fan è molto stretto. Come vivi il loro affetto?

Loro sanno tutto di me! Se vedono una storia in cui sono giù, subito mi scrivono e colgono ogni dettaglio. Li chiamo fan, ma in realtà sono persone che mi danno tantissimo. L’amore che ricevo da loro mi aiuta ad apprezzarmi di più.

Cosa speri che il pubblico colga dalla tua evoluzione artistica a Sanremo?

Spero che parli la musica. Spero di dare il massimo e di essere felice quando scenderò dal palco.

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