“Mai Più Forse” è il nuovo album di CoCo, rapper da sempre promotore di messaggi positivi e propositivi per la sua generazione e non solo. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.
Con il nuovo lavoro in studio, CoCo porta avanti uno dei temi a lui più cari: la ricerca della forza in se stessi e negli altri per affrontare le avversità e inseguire i propri sogni: uno stimolo a far sì che davvero non ci siano più “forse”.
L’artista napoletano, con la sua capacità di combinare testi ispirati a riflessioni personali e temi universali, si conferma come una delle voci più autorevoli e carismatiche della scena rap italiana. All’interno, le preziose collaborazioni di Geolier, Guè, Luchè, Ernia, Yung Snapp e Anice arricchiscono il progetto con stili e sonorità uniche, dando vita a un disco che promette già di lasciare il segno nella scena urban italiana.
Intervista a CoCo
Ciao CoCo, quali sensazioni provi a poche ore dall’uscita del nuovo album?
Ciao! Mi sento davvero bene, grazie per avermi invitato! Sto cercando di mantenere la calma, anche se non è facile. È come se cercassi di fare finta che sia un giorno come un altro, ma dentro di me so che è speciale. Questo album, Mai Più Forse, significa davvero tanto per me e sento che racchiude un messaggio potente. È un po’ come una dichiarazione di intenti, sai? Per me è un nuovo inizio.
È un titolo deciso e forte, Mai Più Forse. Cosa rappresenta questo progetto per te, sia a livello personale che artistico?
Per me rappresenta un punto di svolta. È un ritorno non solo per chi mi segue, ma soprattutto per me stesso. Ho trascorso un periodo fermo, senza rilasciare progetti solisti, e ho sentito il bisogno di rimettermi in gioco. Mai Più Forse è una sorta di promessa: non voglio più fermarmi, non voglio più dubitare di me stesso o procrastinare. È un progetto motivazionale, nato proprio per spronarmi e ricordarmi di non arrendermi mai. E spero che possa fare lo stesso per chi lo ascolta.
Questo album trasmette effettivamente una forte carica motivazionale. I testi sembrano incoraggiare a rialzarsi e a riflettere, trovando un equilibrio tra introspezione e tematiche universali. Come sei riuscito a bilanciare questi due aspetti?
È venuto fuori in modo molto naturale, perché ogni brano rispecchia ciò che ho provato negli ultimi due anni. Durante la lavorazione del disco ho attraversato momenti di alti e bassi, con periodi di grande ispirazione e altri in cui mi sentivo demotivato. Questo alternarsi di stati d’animo mi ha permesso di esplorare varie emozioni, ma anche di riflettere. Volevo che anche nei momenti più riflessivi ci fosse un messaggio positivo, una spinta a continuare. Penso che sia il mio album più equilibrato finora.
Penso che questa idea di equilibrio si rifletta anche nei tuoi testi, dove inviti gli ascoltatori a prendere coscienza di se stessi e delle proprie potenzialità. È un messaggio intenzionale?
Sì, assolutamente. Questo disco è nato proprio dall’esigenza di esprimere questi pensieri a me stesso. È come se avessi voluto dirmi: “Tu hai il controllo, sei il padrone del tuo destino.” È stato questo fuoco a spingermi avanti. Per me è fondamentale che il messaggio arrivi chiaro: bisogna essere consapevoli delle proprie capacità e dei propri talenti, senza farsi limitare dalle paure.
Oltre al messaggio, anche le collaborazioni in questo disco sembrano molto ben integrate, come se amplificassero il tuo intento. Come ti orienti in un panorama musicale che continua a cambiare, mantenendo la tua autenticità?
Non è facile. Durante la creazione del disco, ho avuto tanti momenti di dubbio e di paura di non essere capito. Alla fine, ciò che mi ha spinto a proseguire è stata la necessità di comunicare. Non riesco a fare musica senza metterci il cuore e le emozioni. So che essere così personale può essere rischioso, perché non tutti si ritrovano subito nelle mie parole, ma quando riesco a toccare qualcuno in profondità è una vittoria. Chi mi capisce si affeziona a me proprio per l’autenticità, e questo è ciò che conta.
Hai scelto di annunciare il tuo ritorno durante il grande evento Red Bull 64 Bars Live a Scampia, un luogo molto simbolico. Cosa rappresenta per te?
Scampia è una parte della mia storia. Tornare lì significa condividere non solo la mia musica, ma anche un percorso personale e sociale. È un’occasione per restituire qualcosa a un luogo che porta con sé molte sfide ma anche tanta bellezza. Volevo che fosse un momento di rinascita, non solo per me, ma anche per chi ci sarà.
Tra i brani, Kiss ha attirato la mia attenzione per la sua impronta trap melodica. Come si è sviluppata questa nuova collaborazione con Luchè?
È stato un processo interessante. Avevamo tante idee per la produzione, e alla fine è arrivata grazie a due producer napoletani molto talentuosi, i Voga. Abbiamo sperimentato molto, ma quando abbiamo ascoltato quel beat, abbiamo capito che era perfetto. È stato come un’illuminazione e lo abbiamo chiuso subito. La sinergia con Luchè ha fatto il resto, portando una dimensione più profonda al brano.
Dopo cinque anni dall’ultimo album solista, com’è cambiato il tuo approccio alla musica rispetto a Floridiana?
Credo che la differenza principale stia nella consapevolezza che ho acquisito. Ho imparato a dare un equilibrio anche al sound, e questo album è più coeso rispetto ai precedenti. Amo diversi stili musicali e questo mi ha portato, in passato, a esplorare tante sonorità diverse, ma questa volta volevo che ci fosse un filo conduttore. Avevo bisogno che l’album riflettesse un’unica identità.
Qual è, secondo te, il segreto per non sentirsi mai “sbagliati”?
Penso che il segreto sia fare ciò che ti rende felice, ciò che ti fa sentire autentico. Quando ti impegni in qualcosa che ami veramente, tutto il resto passa in secondo piano. Anche quando ti senti incompreso, se resti fedele a te stesso, sai che stai andando nella direzione giusta.
Ti ho parlato di Kiss, ma c’è un altro pezzo che mi ha colpito molto: Se fosse per me, con Ernia. Com’è nata la collaborazione con lui?
Ho scritto Se fosse per me per esprimere il concetto di indipendenza e di autenticità, di fare le cose a modo mio senza condizionamenti. Sapevo che Ernia sarebbe stato perfetto per il pezzo, perché è una persona con una visione chiara e decisa. Il suo contributo ha aggiunto un livello di intensità che rispecchia perfettamente il messaggio.
Ora che l’album è pronto, quali saranno i prossimi passi?
Voglio continuare a spingermi oltre e non fermarmi più. Questo album è una sorta di punto di partenza e spero di non perdere mai la motivazione che mi ha portato fin qui. Ho affrontato i miei dubbi, li ho trasformati in musica, e ora voglio restare fedele a me stesso, continuando a creare senza compromessi.
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
