imusicfun

Intervista a Elena Bresciani: “Prima del suono, prima del canto ci sono silenzio e respiro”

È disponibile in libreria e negli store digitali “CANTO DEL BENESSERE E VIBRALCHIMIA INTERIORE – Amati ed elimina lo stress attraverso la voce (edito da Fingerpicking), il nuovo libro della cantante lirica e vocal coach ELENA BRESCIANI. Qui il link per l’acquisto.

Scritto con il chitarrista e compositore Renato Caruso e con la prefazione del chitarrista e scrittore LUCA FRANCIOSOCanto del Benessere e Vibralchimia Interiore – Amati ed elimina lo stress attraverso la voce” vuole essere un invito a compiere un viaggio verso il benessere fisico ed emotivo a 360 gradi, attraverso la scoperta del canto curativo e delle sue applicazioni, diventando un pretesto per riflettere sul silenzio e la crescita personale. Ad arricchire il libro gli acquerelli realizzati dalla stessa autrice.

Intervista a Elena Bresciani

“Canto del benessere e Vibralchimia Interiore” esplora il canto come mezzo per il benessere. Cosa significa per lei “Vibralchimia” e come si è sviluppata l’idea di questo libro?

La parola Vibralchimia è un termine che ho coniato io e che contiene al suo interno due parole: Vibrazione e Alchimia.

Io lavoro con le Frequenze che sono in fisica acustica il numero di Vibrazioni al minuto secondo che ogni corpo vibrante emette; in natura tutto è Vibrazione! Anche la fisica quantistica di Albert Einstein ne parla.

La Vibralchimia interiore è il lavoro che l’essere umano compie all’interno di sé stesso per evolvere anche attraverso l’aiuto del suono, oltre a percorsi di crescita personale mediati da altre discipline.

Io compio Vibralchimia quando, dopo aver ascoltato il suono curativo entro nel silenzio e cerco il vero senso della vita e delle cose. Mi pacifico con il tutto, rallento e respiro.

Da anni mi occupo di “consapevolezza” in ambito artistico, questo lavoro è uno step successivo. 

Ha scritto questo libro insieme a Renato Caruso. Come ha contribuito la sua visione scientifica a integrare il lato spirituale del progetto?

Adoro lavorare con Renato, lo stimo molto, è un vero esperto di neuroscienze e fisica acustica, siamo complementari; nel nostro lavoro la visione spirituale e quella scientifica della musica si integrano: Renato sa rendere divulgativo il mio progetto di ricerca. Siamo due grandi fan di Pitagora, abbiamo la stessa visione filosofica della musica. Il primo giorno che abbiamo iniziato a lavorare mi ha detto: non parlare di Dio … ed io, che sono notoriamente  disubbidiente, ovviamente, sono partita dalla teologia, allora lui ha proposto di introdurre la parola “stress” per avvicinare il pubblico con un appeal più moderno; l’ interdisciplinarità e la contaminazione fanno parte della mia visione dell’arte e della vita. Sono indispensabili per non vedere la cultura “a scompartimenti”. 

In che modo ritiene che il canto e la voce possano realmente aiutare a ridurre lo stress e promuovere il benessere?

Dal punto di vista fisico acustico, il suono curativo entra nel corpo come curva sinusoidale drenando liquidi e tossine. 

Il canto curativo eseguito in singing flow sulle frequenze di antiche campane scioglie nodi emotivi, aiuta a sanare ferite, esalta il potenziale delle persone. Fa rallentare, respirare, decongestiona dallo stress, riempie di pace, fa germinare il nuovo. 

Fa piangere, elaborare, rilassa, trasforma le forze egoiche dell’essere umano dal piombo all’oro, plasma, fa evolvere. La musica è medicina per la cultura orientale. La invito ad ascoltare gli audio curativi su Spotify e a raccontarmi cosa affiora. Ognuno trova ciò di cui ha bisogno e trova risposte. Il canto ancestrale parla all’ inconscio, dobbiamo svuotarci dall’ego per ascoltare in purezza. 

Il libro sottolinea anche il valore del silenzio. Come vede il ruolo del silenzio nella pratica del canto e nella ricerca del benessere?

Prima del suono, prima del canto c’è il silenzio ed il respiro.

Nel silenzio e attraverso il respiro vitale, il soffio, possiamo trovare Dio che è pienezza, se non crediamo possiamo trovare bellezza e senso della vita, questo è il vero “stare bene”, imparare a “stare” in quel soffio e in quel silenzio.

Attraverso un QR code i lettori possono accedere a “Vibralchimie, Vol.1”. Come si collega questa musica al tema del libro e cosa rappresentano le campane tibetane nel suo lavoro?

La musica meditativa di cui parlo nel libro è fatta con questi antichi strumenti e con la voce. Gli audio servono a farvi “provare” l’esperienza di questo canto del benessere. 

Esperienze personali e crescita artistica Lei ha alle spalle una carriera pluridecennale come cantante e vocal coach. Quali esperienze personali l’hanno avvicinata alla dimensione terapeutica della musica?

Quest’anno festeggio 25 anni di carriera.

Ho sanato ogni ferita dell’anima ed ogni dolore attraverso il canto, è la mia àncora, il canto è terapia per chi lo esegue e per chi lo ascolta, sempre. 

Ha unito musica occidentale, tradizioni orientali e fisica acustica. Quali sono le sfide di questa fusione e cosa pensa che possa insegnare agli appassionati di canto e di spiritualità?

Dobbiamo tornare ad una visione interdisciplinare del sapere come si faceva nell’antichità. La sfida principale è stata il dialogo interreligioso, il dialogo olistico-scientifico, fra Fede e scienza, in mezzo c’è il canto.

Il canto è un esercizio di presenza ed è meditazione in primo luogo, sempre.

La spiritualità è l’esperienza tutta dell’esistenza, anche la materia è spirituale, altrimenti parafrasando un mio professore sacerdote, Cristo non si sarebbe incarnato. Non esistono dualismi, dobbiamo imparare a vedere e vivere le connessioni fra le cose con gratitudine. 

Qual è il messaggio che spera di trasmettere ai lettori e agli appassionati di canto con “Canto del benessere e Vibralchimia Interiore”?

Un messaggio di pace e amore incondizionato per la vita e per la musica, la capacità di morire più tranquilli e consapevoli che stiamo seminando per qualcosa di Eterno. 

Dopo questo libro e l’album “Vibralchimie, Vol.1”, quali sono i suoi prossimi passi nel campo della ricerca musicale e spirituale?

Non lo so. Mentre scrivevo il libro mi sono svuotata e ho fatto spazio dentro di me ad un silenzio più profondo. Starò in silenzio per un po’, attendendo che sia la vita a suggerirmi i prossimi passi. Voglio che le cose accadano, che scorrano, non voglio più programmare nulla. 

Exit mobile version