Intervista a Francesco Gabbani, in gara al Festival di Sanremo 2025 con il brano Viva la vita. Durante la serata riservata a cover e duetti sarà accanto a Tricarico per interpretare Io Sono Francesco, brano uscito nel 2000.
Intervista a Francesco Gabbani, in gara a Sanremo 2025 con “Viva la vita”
Francesco, questa è la tua quarta volta a Sanremo, a nove anni dal tuo esordio. Il numero 9 sembra avere un significato particolare nel tuo percorso, vero?
Sì, è curioso. Non sono superstizioso o amante della numerologia, ma il numero 9 ricorre spesso nella mia vita. Sono nato il 9 settembre, il mio nome ha nove lettere, il titolo del mio primo album di successo, Magellano, ha nove lettere. Ho partecipato a Sanremo per la prima volta nel 2016, la cui somma fa 9, e ora ci torno nove anni dopo. Inoltre, è il 2025, che è un anno 9 se sommi le cifre. È incredibile come tutto torni.
“Viva la vita” rappresenta un nuovo capitolo per te. Qual è il messaggio principale di questa canzone?
Viva la vita rappresenta una consapevolezza ritrovata, una semplificazione del senso della mia esistenza. È un invito a vivere la vita così com’è, con gratitudine e accettazione, senza perdersi nella ricerca di possesso o competizione. Non è un messaggio banale, ma il frutto di un percorso interiore che mi ha portato a riconoscere il valore della vita nella sua essenza.
Hai citato Tiziano Terzani come fonte di ispirazione. In che modo ha influenzato questa canzone?
Il libro Un altro giro di giostra di Terzani mi ha ispirato profondamente. Racconta il suo percorso di accettazione della malattia, ma soprattutto la semplicità con cui arriva a capire che il senso della vita è semplicemente nel respirare e nell’essere presenti. Questo ha avuto un impatto significativo su di me e sul messaggio di Viva la vita.
Dal punto di vista musicale, “Viva la vita” è un esercizio di tecnica o qualcosa di più spontaneo?
La canzone è nata in modo molto naturale. È classica nella sua struttura e non ho sentito il bisogno di aggiungere effetti speciali o sorprese. La sua bellezza sta proprio nella semplicità e nella coralità, con un’anima blues e soul che richiama le mie origini musicali.
Hai collaborato con Pacifico, Davide Simonetta e Claudio Gabelloni per questo brano. Come è stato lavorare con loro?
Con Pacifico ho un rapporto consolidato, ed è stato centrale nella scrittura del disco. Claudio Gabelloni, un cantautore della mia città, ha dato un contributo importante, e Davide Simonetta ha lavorato sulla produzione e sull’ottimizzazione del brano. È stata una collaborazione ricca di sensibilità e sinergia.
Non hai paura di portare un lato diverso di te al pubblico del Festival?
No, perché ho raggiunto una serenità che mi permette di essere me stesso senza cercare di dimostrare qualcosa. Ho fidelizzato un pubblico che mi segue per il mio percorso, e spero che anche il grande pubblico del Festival possa apprezzare questa parte di me.
Il Festival prevede anche una serata dedicata alle cover. Come hai scelto la tua?
Ho scelto un brano che merita una rivalutazione, una canzone di un artista non in gara, ma di grande spessore. Ho voluto evidenziare la profondità di questa canzone, spesso sottovalutata, proprio come accadde con Occidentali’s Karma.
Hai scritto canzoni per grandi nomi della musica italiana, come Mina, Adriano Celentano e Ornella Vanoni. Quanto hanno influenzato il tuo approccio artistico?
Queste collaborazioni sono state fondamentali. Scrivere per artisti di tale spessore mi ha dato una consapevolezza nuova del mio valore come autore. Quando Mina o Ornella Vanoni cantano un tuo brano, ti rendi conto che la tua classicità non è qualcosa di vecchio, ma un valore senza tempo. Questi momenti mi hanno regalato una grande autostima e hanno confermato che il mio modo spontaneo di scrivere ha una bellezza che va oltre le mode.
Il tuo tour è iniziato con un sold-out all’Unipol Forum di Milano e continuerà in diverse città italiane. Tra queste, tornerai all’Arena di Verona, dove hai già regalato un concerto indimenticabile. Come vivi il ritorno su quel palco? (Qui il calendario e Qui il link per l’acquisto dei biglietti)
L’Arena di Verona è sempre speciale. È un luogo magico che amplifica ogni emozione. Ricordo ancora quel concerto bagnato dalla pioggia: nonostante le difficoltà, è stato un momento unico, pieno di energia e passione. Tornare lì, questa volta con un’Arena completa, sarà un sogno e un grande privilegio.
Foto di Chiara Mirelli

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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