Intervista a Giovanni Toscano, cantautore, scrittore, attore, nato nel 1996 a Pisa. In un momento storico in cui si crede che il lavoro possa colmare ogni vuoto e rispondere a ogni mancanza, Giovanni Toscano si interroga: «Come posso portare con me un po’ di questa meraviglia estiva nella vita di tutti i giorni?».
Piccolo Tornado è un brano delicato e quasi intimo, prodotto da Rootsie.
Intervista a Giovanni Toscano
“Piccolo Tornado” segna un nuovo capitolo nel tuo percorso musicale. Come descriveresti il viaggio interiore che ti ha portato a scrivere questo brano?
In realtà, è stato un percorso molto breve. Ho scritto “Piccolo tornado” la scorsa estate, dopo un bellissimo viaggio. Ero di nuovo in città, ero un po’ triste e avevo la febbre.
Nel singolo racconti un’estate vissuta in totale libertà su un’isola deserta. In che modo questa esperienza ha influenzato il tuo modo di vedere la vita e la musica?
Mi sono riscoperto molto più essenziale, bisognoso di poco, e ha acceso una luce su quanto sia fondamentale provare a stare bene al di la del nostro ruolo sociale e dell’affermazione professionale.
Citi spesso la necessità di “non nascondersi dietro al lavoro”. Come pensi che questa riflessione possa essere interpretata da una generazione che vive immersa nella cultura della produttività?
Mi auguro che qualcuno passi dalla “nostra parte”, ci divertiremmo di più, o magari ci annoieremmo, ma almeno insieme.
Hai parlato di una crescente consapevolezza riguardo l’amore e la vita. Cosa ti ha insegnato l’estate che racconti in “Piccolo Tornado” su questi due aspetti?
In realtà come dice il titolo è un tornado piccolo, perché credo che quasi tutte le consapevolezze, soprattutto quelle estive, non durano moltissimo.
“Arrogantissimo” è stato il tuo primo album e ha ricevuto una calorosa accoglienza. Cosa è cambiato in te come artista da quel progetto a oggi?
Oggi più di ieri conosco questo mondo, so cosa mi piace e cosa no. Sicuramente quest’album, da un punto di vista musicale, mi potrebbe somigliare di più.
Nel tuo lavoro si percepiscono influenze che spaziano dal cantautorato italiano alla musica sudamericana. Quali artisti o esperienze hanno maggiormente segnato la tua evoluzione musicale?
Sin da piccolo, le canzoni che risuonavano in macchina con i miei erano quelle di Lucio Battisti, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè. Oggi, come tanti, ascolto un po’ di tutto.
Hai avuto modo di presentare “Piccolo Tornado” dal vivo in alcune tappe. Come è stato ricevere feedback in tempo reale dai tuoi fan?
Non parlerei ancora di fan, ma è stato bello vedere che le persone coinvolte che ascoltavano attentamente i brani e dopo avevano voglia di incontrarmi e parlare di musica.
Hai iniziato a suonare da giovanissimo con gli amici, e ora la musica è una parte centrale della tua vita. Quali consigli daresti a chi, come te, vuole trasformare la propria passione in un percorso professionale?
Un mio amico mi disse che se volevo scrivere qualcosa di buono dovevo scrivere il più possibile. Non so cosa serve, ma alla luce di questo ti direi che la prima cosa da tenere a mente è la costanza. E poi, forse è importante capire, “cosa ho io da offrire oggi? Quali sono le cose di cui voglio parlare?”.
La tua carriera spazia tra musica, cinema, e scrittura. Come riesci a bilanciare queste diverse forme di espressione artistica?
Alla fine si crea un incrocio naturale tra tutte queste forme d’arte. Esse si incastrano che è una bellezza. Adesso sono concentrato sulla musica e il cinema è in stand by, ma so già che tra un anno lavorerò a un nuovo progetto che vede coinvolta la macchina da presa e il disco sarà già uscito. Per ora tutto procede bene e ogni disciplina alimenta l’altra.
Hai dichiarato che il “tornado” di questa estate è piccolo perché le consapevolezze estive tendono a svanire facilmente. Qual è il messaggio che vuoi lasciare con questa riflessione?
Non prendiamoci troppo sul serio, ascoltiamo gli altri, ascoltiamo noi stessi, facciamo quello che ci piace davvero.
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.