Giovedì 9 marzo la cantautrice PATRIZIA CIRULLI sarà in concerto al Garage Moulinski di Milano (Via Antonio Pacinotti, 4 – inizio concerto ore 21.30 – ingresso €8) per presentare live i brani del suo ultimo album “FANTASIA. LE POESIE DI EDUARDO IN MUSICA“,disponibile in versione fisica, digital download e sulle piattaforme digitali (https://bfan.link/fantasia-7).
La cantautrice si esibirà poi il 21 aprile all’Auditorium Novecento di Napoli (Via Enrico De Marinis, 4 – inizio concerto ore 21.30 – ingresso €12).
Patrizia Cirulli sarà accompagnata sul palco da Renato Caruso alle chitarre, Mattia Boschi al violoncello elettrico e Gaetano Cappitta alle percussioni. Lo stesso Renato Caruso aprirà le date proponendo due brani tratti dal suo ultimo disco “Grazie Turing“.
L’album “Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica” è una trasposizione in musica di dieci poesie di Eduardo De Filippo, un omaggio a una delle figure più significative della storia del nostro teatro. L’album, realizzato sotto la direzione musicale di Marcello Peghin e la consulenza artistica di Mimmo Paganelli e edito da Squilibri Editore,spazia tra generi diversi: dal folk alla canzone d’autore.
Il disco contiene una nota introduttiva a firma di Pasquale Scialò e alcune immagini dei dipinti di Beppe Stasi.
Intervista a Patrizia Cirulli
Quale criterio hai seguito per musicare le poesie di Eduardo?
Lo stesso che utilizzo quando musico testi di poeti per trasformarli in canzoni.
Scelgo i testi secondo il mio gusto, deve esserci qualcosa che mi colpisce, che mi emoziona.
Ma non solo. Non tutte le poesie possono essere trasformate in canzone. Negli anni ho sviluppato una certa abilità nel riconoscere testi poetici che possono essere musicati, riesco a capirlo velocemente. Oltre al significato, al suono delle parole, individuo quelle che possono essere le strofe e l’eventuale ritornello. Non modifico nulla del testo originale, ma nel caso ripeto alcune frasi per poter creare la forma canzone. Succede qualcosa di magico e inizio a comporre la musica entrando nel mondo sonoro evocato dal testo.
Per alcune poesie, anche fra quelle di Eduardo, è capitato di iniziare a canticchiare la melodia solo leggendo il testo, senza nemmeno prendere la chitarra (che normalmente utilizzo per comporre la musica).
Qual è la scintilla da cui ha preso vita il progetto?
Questo disco è in qualche modo figlio di un mio disco precedente “Mille baci”, dove ho musicato in forma canzone poesie di grandi poeti fra cui Quasimodo, Catullo, D’Annunzio, Merini, Pessoa e altri. In quel disco c’era anche una poesia di Eduardo “Quanno parlo cu te”.
Questa è stata la sua prima poesia che ho musicato. Incontrando il suo mondo poetico sono rimasta fortemente colpita e mi sono così appassionata da musicarne altre nove.
E’ stato come entrare in un mondo che non ho mai incontrato nella mia realtà, ma l’ho percepito come se lo avessi vissuto da vicino.
Le poesie di Eduardo in musica sono rimaste nel cassetto per qualche anno (le ho musicate nel 2013) e il momento di realizzare il disco è arrivato dopo l’incontro con Marcello Peghin a cui ho proposto la direzione musicale delle registrazioni in studio.
Ho potuto realizzare questo progetto grazie all’approvazione di Luca De Filippo e degli altri eredi che ringrazio profondamente.
Uno degli aspetti che maggiormente colpisce l’ascoltatore è l’attualità del messaggio di Eduardo. Nella lavorazione hai scoperto qualche dettaglio della personalità di De Filippo che non conoscevi?
E’ proprio cosi, il messaggio di Eduardo è fortemente attuale. Fra l’altro aveva anche la capacità straordinaria di dire cose importanti e profonde con un linguaggio accessibile a tutti.
Sicuramente una personalità complessa e molto forte, non ho avuto il privilegio di poterlo conoscere di persona, ma al di là della sua opera immesa, apprezzo molto quello che è stato il suo rigore e la sua dedizione al teatro.
Eduardo è noto al pubblico come grande attore, regista, drammaturgo, ma non tutti conoscono le sue poesie. Credo che proprio nelle sue poesie emerga maggiormente il suo lato più intimo e introspettivo.
Come saranno strutturati gli spettacoli di Milano e Napoli?
Presenterò il disco con tutte le dieci canzoni. Mi accompagneranno Renato Caruso alla chitarra, Mattia Boschi al violoncello elettrico e Gaetano Cappitta alle percussioni.
Ci sarà spazio anche per qualche brano tratto dall’album “Mille baci”, quindi con qualche altro poeta in musica a tracciare il percorso che ho intrapreso nel 2010 quando ho inziato a traformare poesie di grandi poeti in canzoni.
Stessa cosa per il concerto di Napoli, con l’aggiunta di due preziose presenze sul palco.
Ci sarà Dario Sansone dei Foja e Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare che hanno duettato con me nel disco. Dario sarà con me in “L’ammore ched’è?” e Fausta in “Io vulesse truvà pace”. Un grande onore per me duettare con questi grandi artisti.
A quale pubblico sono rivolti i due spettacoli?
In realtà a chiunque abbia voglia di ascoltare qualcosa che abitualmente non troverebbe nei canali di larga diffusione mediatica.
Alla fine si tratta di canzoni, ma il valore aggiunto è che “l’autore dei testi” è Eduardo De Filippo.
Quindi sicuramente chi apprezza il teatro, ma sono canzoni che possono arrivare ed emozionare chiunque, è un fatto di risonanza.
Il fatto che i testi siano in napoletano non è affatto un limite, non è un repertorio che possono apprezzare sono i napoletani. Il napoletano è una lingua straordinariamente musicale ed Eduardo un artista internazionale.
Oggi qual è il legame più evidente tra musica e teatro contemporaneo?
La tua domanda mi fa pensare che il legame più evidente possa essere rappresentato da quello che viene chiamato Teatro Canzone grazie ad artisti come Giorgio Gaber.
In passato hai riletto alcune canzoni meno note che hanno partecipato al Festival di Sanremo. Si tratta di un progetto che vorresti proseguire?
“Sanremo d’autore” è un album i cui brani hanno in comune il fatto di non essere stati apprezzati dalle giurie sanremesi, ma che hanno poi avuto riscontro nel pubblico e alcune canzoni sono poi rimaste nell’immaginario collettivo come grandi successi.
Mi sono divertita e anche commossa nell’interpretare brani come “Pitzinnos in sa gherra” dei Tazenda, “Ciao amore, ciao” di Tenco, “1950” di Minghi o “Colpevole” di Nicola Arigliano.
Al momento non è in programma la realizzazione di un altro album come questo, ma non nego che mi piacerebbe dare un seguito anche a questo lavoro. Patrizia Cirulli
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.