Intervista ai Finley e a Nina Zilli, che per l’estate 2025 hanno scelto proporre Quello Sbagliato, un singolo fresco, ironico e… “romanticamente scorretto”! Un brano che mescola sonorità surf anni ’60, ironia da musical americano e una riflessione moderna sull’amore imperfetto.
Un duetto energico e teatrale che celebra la libertà artistica, la leggerezza intelligente e il piacere di restare autentici in un mondo musicale sempre più omologato.
In questa intervista, tra battute, riflessioni e voglia di palco, Finley e Nina Zilli ci raccontano la genesi del brano, il valore della coerenza e il coraggio di “continuare a essere come sei”.
Intervista ai Finley e a Nina Zilli
Il vostro nuovo singolo “Quello sbagliato” è davvero particolare. Cosa rappresenta nel vostro percorso artistico?
Finley: È un brano che segna per noi un piccolo cambio di rotta, almeno sul piano sonoro. Siamo conosciuti per uno stile punk, diretto, adrenalinico, con tante chitarre distorte e una carica ruvida. Stavolta ci siamo lasciati contaminare da atmosfere più leggere e vintage, quasi da musical anni ’60. Abbiamo voluto smussare un po’ gli spigoli, ma mantenere comunque quella grinta nostra. Il risultato è un pezzo ironico, dissacrante e allo stesso tempo molto pop, fresco, che ci diverte davvero tanto.
Nina Zilli: Per me è stato un vero colpo di fulmine. Ho accettato la collaborazione subito, perché ho sempre stimato i Finley, li ho visti partire, crescere e costruirsi una carriera solida. Questo brano mi ha ricordato le atmosfere californiane del surf rock, con quel tocco femminile e ribelle che sento molto vicino. È stato come dire: “Finalmente un pezzo che mi rappresenta anche nel suo spirito un po’ rock e un po’ teatrale”.
Il brano è stato definito “romanticamente scorretto”. Cosa significa per voi questa definizione?
Finley: L’amore viene sempre raccontato in modo perfetto, levigato, quasi finto. “Quello sbagliato” invece parla dell’amore imperfetto, disordinato, reale. È un invito a liberarsi dagli stereotipi delle relazioni da copertina. Non esiste un 50/50 perfetto in un rapporto. I sentimenti non si misurano con il bilancino. A volte si sbilanciano, si rincorrono, si sfidano. Ma è proprio lì che nasce la verità. E poi sì, ci siamo ispirati anche a un certo immaginario da musical americano: c’è dentro un po’ di Grease, un po’ di West Side Story. Lo senti proprio.
Nina Zilli: È una canzone che racconta una tensione continua tra due persone. Non volevamo l’ennesima ballata romantica. Volevamo scrivere un pezzo che parlasse dell’amore come lo viviamo noi: una battaglia, un gioco, uno scontro tra personalità forti.
Dal punto di vista sonoro, il brano è molto “surf”, molto rétro. C’è un riferimento preciso dietro questa scelta?
Nina Zilli: Assolutamente! Io sono cresciuta con i B-movie americani, con le pin-up, con le colonne sonore dei film anni ’50 e ’60. Per me fare un pezzo così è come tornare a casa. Quando l’ho ascoltato per la prima volta ho pensato: “Questo è un sogno che si realizza”. Non è solo un brano da cantare, è quasi da recitare, da mettere in scena.
Finley: Era tutto molto chiaro sin dall’inizio. Quando è nata la melodia abbiamo detto: “Ci serve Nina!”. Nessun’altra avrebbe potuto interpretare questo stile con la stessa ironia, con quella voce così riconoscibile, elegante e al tempo stesso potente. Non volevamo solo una featuring vocale, ma un duetto vero, teatrale, visivo. E lei ha dato al brano un’anima in più.
Che tipo di collaboratori cercate oggi nei vostri percorsi musicali?
Finley: Cerchiamo artisti che abbiano una forte identità e che non si prendano troppo sul serio. Per noi la musica deve essere prima di tutto suonata, viva, non costruita a tavolino. Quando abbiamo pensato a Nina sapevamo che avrebbe capito al volo lo spirito della canzone, e così è stato.
Nina Zilli: Io collaboro solo per amore. Deve esserci empatia, gioco, rispetto artistico. Non sono mai stata una fan delle collaborazioni “forzate”. Tutti i duetti che ho fatto — da Giuliano Palma a Carmen Consoli — sono nati da un’affinità, non da una strategia. Con i Finley è stato lo stesso: ci siamo trovati subito.
Oggi il mondo della musica sembra molto attento all’immagine. Voi come gestite questa pressione?
Nina Zilli: Io credo nella leggerezza. Non come superficialità, ma come libertà. Non mi interessa seguire la moda del momento o rientrare in un algoritmo. Essere sé stessi, anche quando è più faticoso, è sempre la scelta giusta.
Finley: Essere coerenti è difficile. Ma è quello che ci ha permesso di arrivare fin qui. Le onde del mercato cambiano continuamente: oggi è l’urban, domani il latino, dopodomani chissà. Ma noi non vogliamo rincorrere. Preferiamo remare controcorrente, anche se ogni tanto prendi una randellata.
Finley, dopo il grande concerto al Forum, avete dichiarato che non è nostalgia ma voglia di futuro. Quanto conta per voi guardare avanti?
Finley: È tutto. Fare il Forum dopo 18 anni non è stato un’operazione nostalgia. È stato un segnale forte: siamo qui, con un nuovo album, nuovi pezzi, nuove collaborazioni. Vogliamo suonare per chi ci seguiva ieri, ma anche per chi ci scopre oggi. La musica è un cantiere continuo. E magari portare Nina con noi sul palco, a Rock in Roma o al Carroponte… sarebbe la ciliegina.
Quanto è stato importante, nella vostra carriera, affrontare i momenti di buio?
Finley: Fondamentale. Il buio ti fortifica. All’inizio non sai gestirlo. Ma poi ti rendi conto che è lì che si cresce davvero. Abbiamo visto artisti esplodere in un anno e sparire il successivo. Noi, grazie alla gavetta e al fatto di essere una band unita, abbiamo saputo resistere. Le fasi di silenzio ci hanno fatto bene. Suonare davanti a 20 persone è molto più difficile che davanti a 20 mila. Quando riesci a portarti a casa quei 20, allora hai imparato qualcosa.
Nina Zilli: È vero. Il palco ti insegna l’umiltà. E la gratitudine.
Grazie per questa bellissima chiacchierata! Un’ultima domanda: se vi dico “estate 2025”, cosa vi viene in mente?
Finley: Tanta musica dal vivo, nuovi progetti e magari qualche altra sorpresa. Quest’estate vogliamo davvero divertirci. (Qui il calendario e Qui il link per l’acquisto dei biglietti)
Nina Zilli: E magari “Quello sbagliato” diventerà la colonna sonora di qualche storia d’amore… un po’ storta, ma vera! Quest’estate io suonerò. Qui il calendario.
28 giugno – PALERMO – TEATRO DI VERDURA / SICILIA JAZZ FESTIVAL con ORCHESTRA JAZZ SICILIANA
23 luglio – PIACENZA – PALAZZO FARNESE / RASSEGNA KLIMT’S LADIES V EDIZIONE
06 agosto – CROTONE – PIAZZALE ULTRAS / CROTONE SUMMER FESTIVAL
18 agosto – PRESICCE – ACQUARICA (LE) – PIAZZA DELLE REGIONI / FESTIVAL I COLORI DELL’OLIO

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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