I Segreti tornano con il nuovo singolo Vienimi A Salvare, a distanza di due anni dalla pubblicazione del secondo album Qualcosa Da Risolvere, che li ha confermati tra le band più interessanti del panorama indie italiano dopo il debutto con Qualunque Cosa Sia (2018).
Torna l’inconfondibile timbro cantautorale del trio che negli scorsi anni si è già imposto all’attenzione della scena indie, con un brano – prodotto da Matteo Cantaluppi – che più che mai lascia spazio alle chitarre, a una ritmica trascinante, a synth dal sapore anni Ottanta e a un testo che chiede di essere cantato a pieni polmoni: come dicono loro, «una canzone di liberazione, di sangue e di sudore e di bene contro il male».
Del resto, “è di questo che si vive, di vita come viene. Appena hai tempo vienimi a salvare“.
Intervista ai Segreti
Cosa rappresenta nel vostro percorso il nuovo singolo “Vienimi a salvare”?
Possiamo dire che sicuramente rappresenta un cambiamento di sound rispetto ai dischi precedenti, ma è anche una richiesta di aiuto per quello che abbiamo passato in questi due anni di stop dalla musica.
“Una canzone di liberazione, di sangue e di sudore e di bene contro il male”. Da cosa vi siete liberati?
Difficile dirlo, ci siamo sicuramente tolti una peso che sentivamo sullo stomaco. Questa è una canzone di rivolta contro la vita ma senza alcun colpevole. A volte chiedere aiuto può essere la forma di protesta più grande
Negli ultimi due anni di silenzio discografico su quale aspetto della vostra musica vi siete concentrati?
Sull’essere il più sinceri possibile nella scrittura delle canzoni e raccontarci nella maniera più limpida possibile. È un lavoro duro, a volte, scrivere in maniera vera e pura.
Da dove nasce la volontà di unire un approccio cantautorale a sonorità legate agli anni ’80?
E successo tutto in maniera naturale in realtà. Noi abbiamo portato le nostre idee di sound dalla sala prove poi Matteo Cantaluppi (che ha prodotto il brano) ha aggiunto le sue e il risultato ci è piaciuto molto e ci ha convinto tutti.
Oggi qual è l’aspetto del vostro approccio musicale del quale siete più orgogliosi?
Il fatto di cercare di portare sempre spontaneità nella scrittura delle canzoni. Quella è più importane di qualunque synth, chitarra o batteria che ci sia nel nostro caso. Preservarsi e condividere con il pubblico solo quello che sei sicuro di voler condividere. Perché il pubblico e la musica hanno bisogno di verità.
Quali saranno le tematiche che tratterete nel nuovo album in uscita il prossimo anno?
Sarà un disco che racconterà – come in parte ha già fatto questo singolo – voglia di rinascita e di cambiamento. È probabilmente il disco più diretto che abbiamo scritto. Lo sentirete!
Foto: Irene Trancossi

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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