In radio e in digitale da venerdì 18 marzo, “Che schifezza che è l’amore” è il nuovo singolo dal sapore agrodolce di fefe, che racconta l’amore attraverso gli occhi dei suoi vent’anni e con la sua indistinguibile spontaneità.
“L’ho scritta d’estate, in un periodo in cui non riuscivo a dormire la notte. Ero agitata, mi si chiudeva lo stomaco e rimuginavo, destabilizzata dalle emozioni che cominciavo a provare. Che schifezza che è l’amore è un brano per cui impazzisco. È nudo e mi piace perché ne fuoriesce una me del tutto reale“.
Intervista a fefe
Ciao fefe, bentrovata su IMusicFun. Come stai?
Ciao! Tutto bene, grazie. Spero anche voi!
Ci racconti come hai scelto questo tuo nome d’arte?
Non è stata una scelta troppo netta. Molti tendevano a chiamarmi “fefé”, ma non mi faceva impazzire e così ho provato a spostare l’accento. “fefe” mi è sembrato semplice ed efficace, facile da pronunciare anche all’estero. Mi si addice decisamente!
Ma… che schifezza è l’amore?
Non mi sento di pronunciarmi su questo. Sicuramente, però, l’amore porta a provare delle sensazioni molto intense, nel bene e nel male. A volte ci si sente terribilmente male, altre volte meravigliosamente felici, come su una sorta di altalena emotiva. Credo che “agrodolce” sia l’aggettivo che si avvicina maggiormente ad una descrizione sintetica del brano.
Com’è nata “Che schifezza che è l’amore” e cosa ti ha spinto a metterti così tanto a nudo?
È nata da me, in cameretta al pianoforte. Stavo proprio così: non dormivo, avevo lo stomaco chiuso e mal di pancia, pensavo e pensavo. La mia scrittura, in generale, è per sua natura molto sincera. Di conseguenza, quando scrivo canzoni finisco sempre per mettermi a nudo, mostrandomi per quella che sono, senza artifici. Sicuramente in “Che schifezza che è l’amore” emerge proprio questo aspetto. Finisco infatti per ammettere di provare delle sensazioni fino a quel momento per me “sconosciute”. Più a nudo di così!
Oggi, a vent’anni, cosa rappresenta per te l’amore?
Che bella domanda, ma c’è una risposta? L’amore un insieme così grande di “cose” che definirlo a parole e dargli una forma non mi viene facile. Credo, però, che provare per qualcuno un bene così grande da dedicarsi a lui in tutto e per tutto si avvicini molto alla mia idea di amore.
Il cerchio di questa canzone si chiude con una domanda: Dov’è la me senza te? Ecco, l’hai ritrovata?
In realtà, non mi sono mai persa. Penso solo di aver vissuto una fase caotica, ma la me di adesso ha acquisito gli strumenti per non sentirsi sopraffatta dalle mille emozioni che si provano quando si è innamorati di qualcuno. La me “ritrovata” è decisamente più consapevole.
Com’è la fefe di oggi, la te senza di lui?
La fefe di oggi si sorprende e vive intensamente le stesse sensazioni, come se non ci si abituasse poi così tanto. Seppur alcune dinamiche possano acquisire più chiarezza, altre rimangono comunque confusionarie, ma nella confusione c’è pur sempre qualcosa di bellissimo.
“Che schifezza che è l’amore” anticipa un Ep? Cosa bolle in pentola?
Questo singolo anticipa altre uscite, che poi magari si andranno a condensare in un Ep o in un album. In pentola bollono molte cose, che però hanno bisogno del loro tempo.
fefe, grazie per essere stata qui con noi. Buona musica e in bocca al lupo per tutto!
Grazie a voi, spero di rivederci presto. Viva il lupo!
Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.