Nudha

Disponibile in tutti i digital store dal 22 aprile, “Nudha” è l’omonimo album d’esordio della cantante soul dall’anima rock Nudha, alias di Sara Zaccarelli.

Anticipato dal singolo “Traffico” – che ha visto la partecipazione di Appino (The Zen Circus) come co-autore e voce – e dal brano “Chiedimi“, scritto a quattro mani con Francesco Bianconi, l’album si avvale di una all-star band formata da: Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion, I Hate my Village), Luca Bottigliero (Grayscaleye, Giorgio Canali), Raffaele “Rabbo” Scogna (Nic Cester, Ghemon) e Giulio Ragno Favero (Il Teatro degli Orrori), che ha curato anche la produzione artistica dell’album.

Intervista a Nudha

Ciao Sara, bentrovata su IMusicFun. Come stai?

Ciao! Benissimo, grazie 🙂 Il disco è finalmente uscito, per cui sono carica.

Ci parli un po’ del tuo nome d’arte, Nudha. Cosa significa?

Come nome d’arte cercavo una parola che incarnasse il mio approccio alla musica, ovvero il mio mettermi a nudo, con le mie forze e fragilità. La parola ‘NUDA’ era perfetta. Ho poi aggiunto l’H per differenziarla dal sostantivo italiano, ma anche perché l’H è una lettera muta e quindi manteneva il suono che mi interessava pur aggiungendo qualcosa: ciò che c’è ma non si vede. Quindi, concettualmente NUDHA vuol dire: mi metto a nudo per chi mi ascolta, ma tengo qualcosa di privato per me, qualcosa che non mostro ma c’è.

Nudha” è anche il titolo del tuo nuovo progetto discografico, un album tanto fragile quanto forte. Ci racconti la sua genesi? Qual è il fil rouge che tiene insieme queste 12 tracce?

Nudha” parla di storie di donne, di emancipazione, di amore – per gli altri e per se stessi – e di emozioni. In modo molto autobiografico parla anche della mia vita. È una specie di excursus temporale dall’infanzia fino ai miei 25/26 anni, periodo in cui ho iniziato una metamorfosi che mi ha poi portato a scrivere queste canzoni con gli occhi di una donna che – come dico in “People Talk” – è risorta dalle ceneri di una vecchia sé, che ormai ha detto basta. Un po’ come l’araba fenice.

Nel disco c’è un messaggio di ottimismo e speranza, anche se spesso tratto di temi difficili. Ti possono capitare tante cose brutte, traumatiche o spiacevoli. Se lo vuoi, puoi però trovare la forza di uscirne e uscirne più forte. C’è una grande voglia di riscatto in queste canzoni.

In quest’album convivono pacificamente Alternative Rock, Pop e Rhythm and Blues. Il tuo passato nella Black Music quanto ha influenzato questo tuo nuovo progetto discografico?

Lo ha influenzato moltissimo. Adoro il soul, la drammaticità di quei canti unita all’energia di riscatto e di speranza che racchiude. È una bomba, quindi sicuramente me la porto dentro.

Un album schietto e sincero, senza troppi giri di parole, in cui affronti tematiche molto forti. In “Chiedimi”, per esempio, affronti il tema della malattia. Cosa ti ha spinto a raccontare una storia così tanto dolorosa? Credi davvero nel potere catartico della musica e della condivisione?

La necessità di parlarne, di “buttar fuori” il dolore e rielaborare un lutto che non ero ancora riuscita ad elaborare, nonostante fossero già passati 2 anni. Sì, nulla è potente come la musica, parere mio.

In “Oggi No” racconti invece una lotta interiore, quella tra l’auto-sabotaggio e il desiderio di essere davvero felici. C’è un consiglio che oggi ti senti di dare a chi quotidianamente si trova ad affrontare questa battaglia?

Dare consigli è davvero difficile in questi casi, perché lotti con una parte di te che non vuole più lottare. A volte, in momenti del genere, focalizzarsi sul breve termine aiuta, perché è l’insieme delle cose che può sembrare insormontabile. Concentrarci sulle cose che ci piacciono e che ci circondano, cercare di apprezzare i piccoli gesti o stare semplicemente in mezzo alla natura può aiutarci a entrare un po’ di più in contatto con la nostra essenza. In ogni caso, chiedere aiuto è fondamentale.

Piccola” parla infine dell’importanza di saper PERDONARE noi stessi e chi ci ha fatto male. Quanto è stato difficile per te per(donare), dare un’altra opportunità?

Non ho dato altre opportunità, se non a me stessa. È stata questa la parte più difficile, ma anche la più bella. Sono stata molto felice di sentirmi libera e pronta ad affrontare la vita con altri occhi. Tutto questo richiede grande impegno. Bisogna essere disposti a cambiare, altrimenti tutto si ripete come un ciclo.

Oggi, cosa rappresenta per te la musica?

Ciò che ha sempre rappresentato, ovvero un tramite con me stessa e, di conseguenza, anche con gli altri. La musica è il mio modo di comunicare le emozioni che provo e che faccio fatica ad esternare attraverso le parole.

Il 4, 5 e 7 maggio hai presentato a Milano, Bologna e Roma “Nudha”. Cosa ti porti di questi tre showcase? C’è un ricordo in particolare che custodisci gelosamente?

Sicuramente la mia gioia nel poter cantare queste canzoni on stage. Ogni concerto ha la propria energia, che è il risultato di un mix tra il posto e le persone presenti. Ogni occasione, dunque, è già di per sé un ricordo particolare.

Dopo questi primi tre incontri con il tuo pubblico, stai già lavorando a un tour?

Sì, abbiamo già fissato le prime date: il 24 maggio al Bravo Caffè di Bologna e il 13 luglio al Bagno Peter Pan di Marina di Ravenna (RA). Stiamo costruendo il tour proprio in questi giorni. Il grosso del lavoro arriverà dopo la stagione estiva. Non vedo l’ora!

Sara, grazie per essere stata qui con noi. In bocca al lupo e buona musica!

Grazie a voi, alla prossima!

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