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Jon Ola Sand a Eurovision Legends Podcast parla del presente e del futuro della kermesse

Jon Ola Sand

Jon Ola Sand per dieci anni ha ricoperto il ruolo di Executive Supervisor dell’Eurovision Song Contest. Un personaggio che, grazie a un carisma notevole e a idee piuttosto chiare, ha dato una spinta importante alla kermesse.

Il dirigente televisivo ha rilasciato una lunga intervista a Eurovision Legends Podcast toccando numerosi temi. Dalla presenza in gara dei Big 5, ai meccanismi di votazione, al running order delle esibizioni durante semifinali e finale e sulle possibili partecipazioni di Turchia e Kazakistan.

Jon Ola Sand a Eurovision Legends Podcast

Una riflessione importante è legata al running order, regola modificata nel 2013 e che ora prevede la suddivisione in due metà, ma che Jon Ola Sand vorrebbe ulteriormente cambiare.

“Sarebbe importante poter comporre liberamente la scaletta delle esibizioni. Sarebbe il cambiamento più significativo e più importante dell’Eurovision Song Contest. L’obiettivo deve essere quello di creare il miglior programma televisivo possibile.”

Interessante anche il punto di vista sui cori registrati, che per la prima volta sono stati ammessi nell’edizione 2021.

“Capisco che ci sia molta resistenza, perché alcune persone vedono questo come un’involuzione, ma sia per ragioni pratiche che economiche, anche per la pura questione sonora, penso che sarebbe bene mettere i cori su nastro e poi concentrarsi sull’aspetto visivo e ovviamente far cantare dal vivo il cantante solista.”

Spesso si parla del sistema di voto, ma su questo Jon Ola Sand ha le idee chiarissime.

“Ci sono state discussioni sull’opportunità di avere giurie nominate dall’EBU e sedute a Ginevra, in rappresentanza di diversi paesi. Discussioni su come dovremmo avere una giuria europea comune, che sia una grande giuria europea nominata dall’EBU o in collaborazione con i membri. Pensiamo che il sistema che è in atto ora sia il migliore che possiamo ottenere. Ecco perché lo abbiamo così.”

Chiarimenti importanti anche sulle partecipazioni di Turchia e Kazakistan.

“Non abbiamo mai ricevuto una spiegazione formale dal membro turco dell’EBU perché hanno deciso di non continuare con l’Eurovision Song Contest. Penso che il ritorno in gara dovrebbe essere visto in un contesto più ampio sulla relazione tra Turchia, Europa e UE.

Il Kazakistan ha mostrato un vivo interesse per molti anni. Sappiamo che possono creare esibizioni fantastiche, come abbiamo visto allo Junior Eurovision. Ma per ora non c’è mai stata una discussione seria per portarli all’Eurovision Song Contest. Il motivo è che non sono membri dell’EBU a tutti gli effetti e si trovano in un fuso orario molto diverso dall’Europa. Non credo che nei prossimi anni faranno parte della famiglia dell’ESC.”

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