A poche ore dall’annuncio del tour europeo, Keith Richards, chitarrista e anima dei Rolling Stones, ha rilasciato al Corriere della Sera un’interessante intervista, parlando anche… dei Maneskin.
“Mi piace l’idea di celebrare questi 60 anni in Europa, sempre che quest’estate ci sia ancora un’Europa.”
Queste le parole di Keith Richards, che usa parole piuttosto forti nei confronti della Russia.
“La Russia oggi è come il Sud Africa dell’apartheid: un posto dove non vuoi andare.”
Queste le parole dell’artista, che smentisce che Sixties sarà l’ultimo tour della storica band.
“Io, Mick e Ronnie ci sentiamo più stretti ora che Charlie se ne è andato. Sono appena tornato dalla Giamaica dove con Mick e Steve abbiamo lavorato a nuovi brani. Ultimo tour? Noi non lo abbiamo mai detto. Lo dicono gli altri.”
Un ricordo di Charlie Watts, scomparso lo scorso anno.
“Charlie era unico. E per fortuna Steve Jordan, che nel 1992 già collaborava con me e da tempo lo fa con la band, non cerca di suonare come lui.
Le prime volte ero scioccato nel non vederlo e con Steve ridevamo: “Pensi che sia lui?”, mi diceva. Ora c’è una dinamica diversa. Siamo una nuova band ma allo stesso tempo restiamo gli Stones.”
Keith Richards parla dei Maneskin
I Maneskin lo scorso novembre hanno aperto a Las Vegas il concerto degli Stones.
“Non vedo mai le band che aprono i nostri show, ma se fanno rock and roll gli auguro buona fortuna.”
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.