Maneskin nuovo album cover
Nuova intervista internazionale ai Maneskin. La band rivelazione del 2021, a margine del concerto dell’Arena di Verona dello scorso 28 aprile, ha parlato con la testata NME parlando del percorso intrapreso e alcune scelte discografiche e musicali.
Uno degli aspetti più controversi del percorso della band di Damiano, Victoria, Ethan e Thomas è legato alla scelta di interpretare spesso cover.
“Faremo sempre delle cover. È una delle cose più belle che si possano fare. Quando scrivi una canzone e poi la pubblichi, non è più tua. L’hai regalata a tutti. Quando gli altri fanno cover dei nostri pezzi sono super orgoglioso, perché significa che sono stati così colpiti da quella canzone che hanno voluto farne una loro versione. Puoi vedere la stessa cosa nascere di nuovo con centinaia di forme diverse.”
Maneskin, qualche spoiler sul nuovo album cover
La band romana ha inciso una emozionante versione di If I Can Dream per la colonna sonora del film su Elvis Presley e dal vivo propone una personale rivisitazione di Womanizer di Britney Spears. Non è però noto se all’interno del nuovo album troveranno spazio altre cover.
Damiano fa il punto della situazione.
“Non siamo ancora in grado di etichettarlo. È onesto in tutto e per tutto. Questa è l’occasione per fare la differenza, non solo per noi, ma per l’intero music business italiano. C’è la sensazione qui in Italia e in tutta Europa che sia troppo difficile diventare grandi fuori dal proprio paese, quindi gli artisti non corrono nessun rischio.
Voglio dimostrare che è effettivamente possibile. Non dovrebbero esserci confini nazionali per la musica. Se sbaglieremo ora, le persone diranno: ‘Hanno avuto un buon anno, ma non ce l’hanno fatta davvero’. Tutto ciò che facciamo è per divertimento, ma ci piace di più se vinciamo. È sempre stato così.”
Una puntualizzazione anche sulla loro attitudine rock, molto criticata dai puristi.
“Non ha senso aspettarsi che ci comportiamo come gli Stones o i Queen. Hanno creato un’eredità e nessuno può toccarla. È così stupido e inutile aspettarsi che una band di ventenni replichi ciò che stava accadendo negli anni ’70 e ’80. Siamo nel 2022, quindi stiamo solo cercando di fare qualcosa di nuovo che ci faccia sentire soddisfatti e felici. Ci piace vedere le persone dire: ‘Oh, non sono i Led Zeppelin’. Lo sappiamo! Non lo saremo mai.”

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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