Mercoledì 9 marzo, a due anni esatti dall’inizio del primo lockdown, l’arpista italo-svizzero Raoul Moretti ha pubblicato il suo nuovo album strumentale, “Le intermittenze della vita“: 12 brani in cui l’artista si propone di ridefinire le frontiere musicali dell’arpa, raccontando il percorso cronologico e l’evoluzione psicologica-emotiva vissuta durante il periodo del lockdown. Ed è così che, attraverso suoni e tecniche non convenzionali, Moretti declina l’utilizzo dell’arpa elettrica come emanazione diretta, per esprimere se stesso come artista ed essere umano.
«Ispirandomi al titolo del libro “Le intermittenze della morte” del geniale scrittore portoghese José Saramago, ho pensato di realizzare una sorta di diario musicale per descrivere le emozioni e gli umori di questa esperienza “stra-ordinaria” a cui l’umanità si è dovuta adattare», racconta Moretti. «Ho sempre desiderato comporre un’intera colonna sonora per un lungometraggio e l’idea iniziale di questo progetto era quella di creare le musiche per un film distopico. Ma con il trascorrere delle settimane abbiamo scoperto che il tempo di “straordinarietà” diventava più lungo del previsto, con tutte le conseguenze del caso. La realtà dispotica la stavamo vivendo, non era più finzione».
Prodotto e scritto dallo stesso Raoul, “Le intermittenze della vita” vanta preziose collaborazioni. La prima è con il cantante sardo Beppe Dettori, che ricorre a un uso molto particolare delle corde vocali. La seconda, invece, è con i musicisti Wan Xing e Chan Shek Ming, che suonano in maniera sperimentale gli strumenti a corde della tradizione cinese, ovvero il Guzheng e il Guqin.

Le intermittenze della vita – TRACKLIST
L’album è strutturato in quattro parti, ciascuna composta da tre brani. Nella prima parte vengono rappresentati in musica il punto di vista delle persone e le immagini esterne, come il silenzio delle città deserte e i runner solitari. Nella seconda parte lo sguardo si apre al mondo e alla Cina, rappresentata nei suoni dagli strumenti a corde della tradizione cinese. La terza parte, invece, descrive in musica gli aspetti psicologici dei momenti di crisi, dovuti alla persistenza della situazione. L’ultima parte, infine, porta con sé la nascita di una nuova forza interiore, con la speranza che tutto possa presto finire.
- 09 Marzo 2020
- Strade deserte
- Il Runner solitario
- Sars-CoV-2
- Al di là delle sabbie
- Stasi frenetica
- Di ansie e paure
- Di pensieri ossessivi
- Di attacchi di panico
- Andrà tutto…
- Notti di coprifuoco
- Un’alba meravigliosa


Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.
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