RCF Arena, tra identità incerta e futuro da scrivere; Claudio Trotta: “Sto lavorando per il 2026”

Nonostante la sua struttura d’avanguardia e una capienza che supera i 100mila spettatori, la RCF Arena di Reggio Emilia – il celebre Campovolo – fatica a imporsi come punto di riferimento stabile nel circuito dei grandi eventi musicali internazionali. Lo segnala anche Il Resto del Carlino, sottolineando come la stagione 2025 risulti al momento priva di concerti di forte richiamo, a differenza di quanto accade in molte altre città italiane ed europee.

A fare chiarezza sulla situazione è intervenuto Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts e figura centrale del live italiano, che nel 2024 ha portato proprio al Campovolo uno degli eventi dell’anno con gli AC/DC. Il promoter, che negli anni ha lavorato con artisti del calibro di Bruce Springsteen, Queen + Adam Lambert, Neil Young e Kiss, ha preferito mantenere un tono costruttivo: «Sto lavorando da tempo per dare una svolta positiva all’utilizzo più continuativo della RCF Arena per la musica internazionale nel 2026. Spero di riuscirci».

Nessuna polemica, dunque, ma neppure proclami anticipati. «Non ho interesse ad alimentare polemiche di alcun genere», ha chiarito Trotta, pur confermando che i contatti sono in corso: «I presupposti positivi ci sono, sia con l’Rcf Arena che con gli artisti a cui sto mirando».

Per ora, però, nulla trapela su eventuali nomi o date. «È importante non ‘vendere’ promesse e non parlare troppo prima di avere delle certezze», ha aggiunto. Un atteggiamento prudente, ma che lascia intendere come dietro le quinte il lavoro proceda in vista di una possibile ripartenza per il 2026.

Del resto, l’infrastruttura non è in discussione: la RCF Arena è considerata una delle migliori venue europee per i concerti all’aperto. A mancare, semmai, è una visione di lungo periodo che ne sfrutti appieno il potenziale. E chissà che proprio Claudio Trotta, uno dei promoter italiani con un accesso diretto alla scena internazionale, non possa davvero imprimere la svolta tanto attesa. Ma per ora – come lui stesso suggerisce – meglio non fare troppo rumore.

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