A una settimana dall’annuncio dei Big del Festival di Sanremo 2023, prende corpo l’idea su nome a sorpresa, Gino Paoli.
I giornalisti Andrea Conti e Silvia Gianatti, sempre molto informati sul Festival della Canzone Italiana, nella serata di giovedì 24 novembre hanno postato su Instagram un’ipotetica lista che comprende anche il nome dell’ottantottenne cantautore genovese, padre fondatore di una scuola che ha scritto la storia della musica del nostro paese.
Nella carriera del cantautore, Sanremo non ha mai rappresentato un passo fondamentale. In gara ha partecipato soltanto nel 1961 con Un Uomo Vivo (decimo posto), nel 1964 con Ieri ho incontrato mia madre (secondo posto), nel 1966 La carta vincente (eliminato), nel 1989 Questa volta no (tredicesimo posto) e nel 2002 con Un altro amore (terzo posto e Premio Volare per il miglior testo).
Nel 2004, in una delle edizioni peggiori del Festival, a Gino Paoli fu assegnato il Premio alla Carriera.
Nel 2001, invece, ricoprì il ruolo di Presidente della Giuria di Qualità, che contribuì a decretare la vittoria di Elisa.
Al Festival, Paoli ha partecipato anche come autore di brani per Zucchero (Come il Sole all’improvviso, 1986), Tanti Auguri (Marcella Bella, 1987), Andrea Monteforte (Principessa Scalza, 1992).
Sanremo 2023, se la sorpresa di Amadeus fosse Gino Paoli?
Gino Paoli nel 2002 partecipò al Festival di Pippo Baudo dichiarando di aver risposto presente anche per dare un segnale in un momento non semplice per la musica italiana, nel pieno di una metamorfosi che oggi è palese.
“Mi hanno chiesto di partecipare al Festival in maniera molto gentile. Quando una richiesta è di questo genere, difficilmente dico di no. E poi ho partecipato perchè tutti mi dicevano di non farlo. In quel caso, faccio il contrario. Sono nato anarchico. Mi piace fare le cose che la gente non si aspetta da me.”
Il cantautore genovese potrebbe tornare in gara da solo o si pensa a un duetto? In campo ci sarebbe anche questa ipotesi, ma se non ci sono certezze. Gino Paoli ha sempre dimostrato di essere attento ascoltatore e appassionato di ogni genere musicale. Se si presentasse in gara con un artista lontano dal suo mondo? E’ nota la capacità dell’ottantottenne cantautore genovese di sperimentare senza snaturarsi e di mettersi al servizio della musica in maniera credibile. Anche se un esponente di rap o trap forse sarebbe eccessivo e scontato, come sarebbe banale un artista troppo affine al suo mondo musicale.
Gino Paoli si avvicinò alla musica negli anni ‘50 fondando il gruppo I Diavoli del Rock. Visto il successo internazionale dei Maneskin con la cover di Beggin’, un pezzo di quell’epoca, una collaborazione sanremese in chiave rock? Sarebbe incredibile, ma l’ipotesi avrebbe una valenza simbolica e risulterebbe estremamente suggestiva.
Il nome di Gino Paoli fece timidamente capolino anche per il Festival 2022, per poi sparire rapidamente dalle varie liste. Di sicuro l’ipotesi di avere in gara un artista del suo calibro darebbe ulteriore lustro al quarto Sanremo di Amadeus.
L’attualità della musica del cantautore genovese è testimoniata anche dal fatto che lo scorso anno i vincitori Mahmood e Blanco nella serata riservata alle cover presentarono la sua Il Cielo in Una Stanza.
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.