Shade Diversamente Triste

Shade commenta con ironia e amarezza l’esclusione da Sanremo 2026: il suo video rap diventa virale. Il rapper denuncia stereotipi e dinamiche del Festival.

La reazione di Shade all’esclusione dalla kermesse sta facendo il giro del web. Dopo l’annuncio dei 30 Big da parte di Carlo Conti al TG1, il rapper torinese ha deciso di rispondere a modo suo: con un video rap pubblicato sui social, un flusso di coscienza ironico, tagliente e amaro che in poche ore è diventato virale.

Nel video Shade apre con una battuta che è già un affondo:
“Ah, accidenti, anche quest’anno non sono sulla lista. Mi vedevo già lì… ho guardato il TG, e invece sono i Jalisse.”

Da qui parte un crescendo di sarcasmo, autoironia e citazioni fulminanti:
“Mi arrestano come Don Alì, solo così mi vedevo già lì… Sono la Juve quando va in Champions League.”

Il rapper non risparmia critiche ai cliché della scena attuale, tra look performativi, ostentazione e certo pop-rap di plastica:
“Quanto cazzo performa Vito! Senza truccarsi, senza ripetere che sono ricco, figo, divo. Quante pollastre mi porto nel camerino…”

Il tono resta leggero, ma il messaggio è chiaro: oggi conta più il personaggio del talento.

Nel suo freestyle, Shade parla anche di età, compromessi e autenticità:
“Non voglio stare a 50 anni a fare un festino mentre a casa c’è la tua donna sola con il bambino… Rido perché entrambi avete l’età per il pannolino.”

Poi arriva il momento più amaro:
“Forse non è il mio habitat. Capita. Se apro la classifica c’è odore di discarica… A me non paga i video l’etichetta discografica. Faccio da solo: video. Etichetta discografica.”

Il culmine è nel finale, una battuta che suona come un’accusa perfetta:
“Forse il problema è che non ho cervello… No, non penso. Mi sa che il problema è proprio averlo. Scherzo.”

Un sorriso, dietro cui si nasconde una critica evidente.

Il video del rapper sta correndo veloce su Instagram, TikTok e X: i fan lo applaudono, molti artisti lo condividono e il web discute.

E non manca chi sottolinea il paradosso: un freestyle di due minuti ha più punchline di molti brani in gara.

Forse Shade non puntava davvero all’Ariston. O forse sì. Ma il suo sfogo ha centrato il punto: cosa conta davvero oggi per essere considerati “Big”? La scrittura? Il talento? Il personaggio? O le dinamiche di mercato?

Una cosa è certa: anche fuori da Sanremo, Shade è al centro della conversazione. E ci è arrivato senza filtri, senza maschere, senza autocelebrazione. Solo con il suo stile.

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