Simone Tomassini Argentina

Il cantautore Simone Tomassini ha un rapporto speciale con l’Argentina. Nel 2020, pochi giorni prima dello scoppio della pandemia, fu protagonista di un emozionante tour nel paese sudamericano e conserva nel cuore ricordi ed emozioni indelebili. Sensazioni positive raccolte in uno speciale docu-film.

Simone Tomassini si congratula con la Nazionale Argentina Campione del Mondo

W W L’ARGENTINAAAAA!

A come Amore
R come Resistenza
G come Generosità
E come Emozione
N come Napoli
T come Tenacia
I come Italia
N come Nostalgia
A come Anima

Vincere un mondiale è sempre qualcosa di meraviglioso per una Nazione.

E’ una boccata d’aria fresca. Un modo per mettere i problemi in frigorifero per un po’.

Ed è un modo anche per pensare davvero di ricostruire, di ricominciare.

Io avevo ricominciato, nel 2020. Avevo lavorato tanto per poter fare il mio primo Tour in Argentina. Era il mio “Mondiale”. Un posto cosi lontano da casa mia che amava la mia musica e le mie parole, cosi lontano ma cosi vicino al mio cuore, al mio modo di vivere, al mio modo di pensare.

C’era un “pazzo” a Rosario che aveva cominciato nel 2004 a proporre nei locali le mie canzoni e , da allora aveva un desiderio. Portarmi li. Le radio cominciavano ad interessarsi a me e anche i giornali. Insomma “nasceva” Simone Tomassini in Argentina.

E questo pazzo Musicista – Architetto italo – argentino, il grande Giuseppe Lioi, ce l’aveva fatta!

Mi aveva trovato tutto. Musicisti, band, location importanti, locali bellissimi, palchi incredibili e tanto tanto pubblico che conosceva e conosce le mie canzoni a memoria. “ Mi raccomando Simo, tutte le tue canzoni rigorosamente in Italiano” mi ripeteva sempre.

Abbiamo lavorato tanto per quel Tour, per quelle emozioni, per quella nuova “Storia magica”.

Tutti e per ognuno custodisco un ricordo meraviglioso.

E tutto è stato magico.

Abbiamo dovuto solo rimandare qualche data per il Covid. Ma è solo un arrivederci. Perché la Musica non la fermi, prima o poi torna.

Devo essere sincero, non ho seguito molto il mondiale quest’anno. Un mondiale in Inverno per noi è come il Natale con 40 gradi, un po’ “strano”.

Però oggi, vedere Messi alzare la coppa del Mondo dopo cosi tanto tempo per l’Argentina mi ha colpito emotivamente. Dopo quel 1986 dove Maradona, quasi da solo, aveva conquistato il mondo. Io ero un ragazzino ma Messico ’86 me lo ricordo bene, come se fosse oggi.

Era affascinante vedere quel piccolo ricciolino mancino come me annientare ad uno ad uno i suoi avversari come fossero bastoni.

Ero incantato da lui come tutti i ragazzini della mia età. E quando si facevano le azioni da calcio in cortile tutti a imitarlo: “Maradona, Maradona, dribbla un avversario un altro e un altro e un altro ancora, ora anche il portiere e… Goooooooool” Un urlo che svegliava i “vecchi” del paese che facevano il riposino pomeridiano.

Era tutto cosi magico e ogni mio ricordo l’ho custodito nel cuore per sempre. Fino al 2004 quando sono riuscito ad abbracciare veramente Maradona e a parlare con lui. Ho anche una foto scattata da Gattuso tutta mossa. Ma è un ricordo meraviglioso. Diego era un piccolo Uomo che aveva grandi spalle che avevano caricato tutta l’Argentina.

Era davvero speciale.

E il mio primo pensiero di questa vittoria non può che essere per lui, per il suo coraggio.

E poi non posso dimenticare i profumi, le vie, le persone, le case colorate, il cielo dell’Argentina. Il loro immenso cielo. I loro colori e la loro tradizione.

Si perché suonare li mi ha riportato indietro agli anni ‘80. Perché loro hanno ancora quel piedino “nel passato” che tanto salva la vita. Perché il futuro è bello, affascina, è terribilmente fantastico. Ma per vincere una partita di Calcio devi ancora sudare, metterti a correre, segnare, strisciare, piangere, sacrificarti. Non lo puoi fare con lo smartphone, non con la tecnologia, Ma con le gambe. Con il cuore. Con la vita!

Cara la mia Argentina, festeggia, goditela in abbondanza e fino in fondo. Hai vinto, te lo sta meriti, sei una nazione meravigliosa, troppo spesso dimenticata e bistrattata, ma sei maledettamente bella.

Cara la mia Argentina, vi vedo già tutti per le strade a urlare a gioire, a ridere dei guai e a piangere lacrime belle.

Cara la mia Argentina, siete nel mio cuore, nella mia vita tutti i giorni e nel mio sangue.

E siete anche in un mio live che tutti possono ascoltare. E siete anche in un mio film che tutti possono vedere.

Caro Giuseppe urla se puoi anche per me “W Argentina” nelle strade di Rosario e con tutti i tuoi ragazzi del Cepec (ah dimenticavo , Giuseppe insegna architettura italiana in Argentina ed ha una sua Accademia a Rosario, ndr) . E tra una lezione e l’altra prendi la chitarra e suona e canta come solo tu sai fare. Col cuore. E se vorrai accennare anche un mio pezzo, tipo: “Solo Cose belle”, fallo e fallo per me. Ti voglio bene Giuseppe, Ti voglio bene Argentina. E ci ritorno presto. Anzi prestissimo.

Promesso.

Simo

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