Tiziano Ferro è tornato in radio con Addio Mio Amore, nuovo singolo estratto da Il mondo è nostro.
“Addio mio amore è una canzone elettro anni Ottanta che parla di depressione. La depressione è l’amante oscura che ha dominato la mia vita per tantissimo tempo e a cui, però, dico addio in questa canzone. La depressione è una abile nemica, ti spiega la vita a modo suo, e sempre in maniera distruttiva. Diventa una droga, quindi, una dipendenza dalla quale liberarsi è complesso e doloroso. Di certo possibile, chiedendo aiuto. È una canzone al limite del catartico, non l’ho fatto in modo volontario, ma ha un grande valore curativo. C’è un contrasto forte tra la musica – elettronica, quasi algida però ballabile – e il testo – volutamente ermetico. L’ho fatto spesso durante la mia carriera da autore, forse per esorcizzare un sentimento cupo tramite dei suoni dirompenti. Penso per esempio a: ‘Per Dirti Ciao’, ‘Stop Dimentica’ e forse anche ‘Xdono’.”
Da venerdì 10 marzo, sarà disponibile EL MUNDO ES NUESTRO (in pre-order https://tiziano.lnk.to/emen) – versione in lingua spagnola de IL MONDO è NOSTRO – anticipato dall’uscita di ADIÓS MI AMOR.
Tiziano Ferro
“Un periodo inaspettato, sono sei anni che non preparavo un tour. C’è stato il Covid, sto iniziando a pensare alla scaletta. Per il resto si va avanti, i bambini crescono, che è una cosa molto bella, scrivo canzoni nuove. Provo l’entusiasmo che avevo da ragazzino.”
L’artista ha rilasciato un’intervista a Repubblica, parlando dell’Italia e delle sue criticità sul tema dei diritti civili.
“La vita qui non l’ho scelta, si è evoluta in questo senso. È un discorso che ho fatto anche con mia madre, che è molto triste perché sono lontano. La questione dei diritti la affronto a posteriori. Prima di venire inglobato da questo posto senza sceglierlo avevo comprato una casa a Milano, che poi ho venduto. Volevo fare questa esperienza, diventare padre a prescindere: l’avrei potuta fare?
Siamo indietro su tutto, chi vuole adottare ci mette dieci anni, non è questione di gay o non gay. Fratelli di miei amici vanno in Spagna per darsi un’occasione, non penso solo agli omosessuali, ma anche agli eterosessuali. Si rende complessa la vita di persone che comunque faranno quello che vogliono. Gli italiani non li fermi. Ognuno ha diritto alla propria felicità.”
Poi un pensiero alla politica.
“Non credo che chi comanda voglia creare altri danni, sono fiducioso. Voglio vederli all’opera. Non facciamo questo gioco preconcetto: la destra è cattiva. Il problema non è la destra o la sinistra, è la testa. Penso alle unioni civili ‘attenti a non chiamarle matrimonio’. Proprio uguale non è, anzi è offensivo. Sui diritti siamo indietro. Punto e basta. Li ho visti mancare con tutti i governi.”

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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