Tropico

Lo scorso 24 settembre è uscito l’album di debutto di Tropico intitolato Non esiste amore a Napoli (Island Records), progetto discografico dell’autore e compositore Davide Petrella.

“Ho sempre voluto separare la mia carriera di cantante da quella di autore. Quando scrivo qualcosa per me è più delicata, generale. È tutto molto più naturale di quello che si potrebbe credere.

Non sono in grado di mischiare quello che faccio come artista a quello che faccio come autore. Quando si scrive per un altro o insieme a un altro, bisogna matchare i talenti. Io tendo a entrare in un mondo di un altro artista.

Mi piace trovare la chiave giusta. Non sono in grado di mescolare le due cose, perchè quando scrivo per me ci metto il mio mondo, me stesso. C’è sempre una linea di confine molto forte.

Io spingo sempre per le canzoni, volendo fare musica più preziosa. Va bene l’urban, ma l’Italia ha una tradizione di canzoni. Le cose più originali si faranno notare.”

Tropico

Per questa nuova, coraggiosissima avventura, una delle penne più preziose e richieste del panorama italiano decide di legare indissolubilmente a sé i suoi versi in un disco che lo vede coinvolto tanto in veste di creatore, che di interprete della sua musica.

“Sono felice di fare arte in maniera totalmente libera.”

Il disco ha esordito al ventesimo posto nella classifica Fimi dei vinili più venduti.

Prodotto da Rosario Castagnola e Sarah Startuffo, Non esiste amore a Napoli è “tutta la vita che sono riuscito a mettere in un disco”.

Un prezioso mosaico composto da 14 tracce, tasselli diversi uniti dal fil rouge che lega storie d’amore finite a fuochi mai spenti di innamorati costretti alla lontananza, oltre a racconti di vita in cui è facile ritrovare quella serena malinconia che solo gli autori più ispirati sanno rendere catartica.

Caleidoscopiche le sonorità, da quelle avvolgenti che riportano metaforicamente l’ascoltatore “a casa” a quelle più wavy – sprazzi di follia e istinto che portano ad allontanarsi di notte in auto senza una meta, lontano dalla città.

Un progetto che guarda alla realtà nuda dei sentimenti con gli occhi incantati di chi pensa all’amore come motore del mondo, un progetto arrivato a compendio di un accurato lavoro in studio, cominciato nel 2019, proprio con la release del singolo che dà il titolo all’album e che ne sintetizza le atmosfere e le tematiche.

Tropico

“Posso serenamente ammettere che questo disco viene a liberarmi da tante paure e fantasmi personali. Mi piace parlare ancora di dischi, in un mondo di musica one shot. Perché un disco è un viaggio, c’è più vita.

A ogni giro, a ogni disco, ho sempre paura che dopo non ci sia più niente.

Quando ho trovato queste nuove canzoni, mi hanno aperto davanti un campo tutto nuovo, mi sono davvero emozionato quando ho capito dove mi volevano portare. Questo è il mio primo disco libero. Ci ho messo almeno 3 vite per arrivare fino a qui.”

Tropico Non esiste amore a Napoli

Accanto a Tropico in questo prezioso viaggio Calcutta, Elisa, Coez e Franco126, grandi nomi della musica italiana che hanno accettato l’invito del cantautore a duettare in quattro tracce presenti nella tracklist.

L’artwork del progetto è affidato ancora una volta all’artista napoletana Vittoria Piscitelli, già visual art director e graphic designer per i singoli Carlito’s Way, Piazza Garibaldi e Non esiste amore a Napoli.

L’amore e la vita, raccontati con lo sguardo rivolto verso quello che è stato e che, forse, non c’è più: sembrano essere questi i leitmotiv del nuovo progetto di Tropico.

Centrale anche il rapporto di Tropico con la sua città di origine, Napoli. Quasi mai nominata direttamente ma sempre evocata dalle atmosfere luminose che rimandano al mare – in un discorso sottile e metaforico che vede nell’acqua, e una città affacciata sull’infinità di quest’acqua, un invito al viaggio.

“Napoli è il centro del mondo, senza Napoli non sono niente. Ovunque vada è sempre casa mia. È un insieme di cose irripetibile.
Ombre e luci, la vita e la morte, il mare e la strada, il teatro e la vita vera, la bellezza e la fame, le persone, la musica”.

Tropico

Un invito, quello di Davide, a perdersi: nella musica, tra le strade, in uno sguardo, attraverso uno specchio che rimanda delle immagini di noi stessi, all’idea di “non stare più soli”.

Per sentirsi a casa in tutti i mari del mondo.

“Gli artisti che stanno iniziando a emergere sono un segnale che le persone hanno bisogno di qualcosa di nuovo. Sarebbe bello se gli addetti ai lavori supportassero chi fa musica più preziosa. Altrimenti non si va troppo lontano. Sono molto fiducioso. Qualcosa sta iniziando a cambiare.”

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