Ayle

La nostra intervista ad Ayle, all’anagrafe Elia Faggella, in occasione dell’uscita del suo primo EP intitolato “La parte del mondo che non mi piace”, fuori per Carosello Records a partire da venerdì 28 giugno.

Il progetto, accompagnato dall’uscita del singolo “Gli zombie della notte”, contiene alcuni dei pezzi proposti durante la partecipazione all’ultima edizione di Amici, tra cui “Allergica alle fragole” e “Il tuo nome”.

Intervista ad Ayle

Come sono nate queste cinque canzoni che compongono il tuo primo EP?

«Piano piano, scrivendone una dopo l’altra, mi sono accorto che erano tutte un po’ collegate tra loro. Così ho deciso di dare questo titolo, perché in generale racconto di tutte le cose che non mi piacciono, cioè di quella parte di mondo che è un po’ lontana da me. In questo disco parlo principalmente di questa corsa verso il successo che vedo attorno, ma anche di questa corsa all’apparire a tutti costi e al dover sempre andare bene per gli altri. Il sistema di oggi è molto concentrato sui numeri, sui risultati e il mondo della musica non è affatto escluso. Un mondo che in realtà non fa parte di me, perché non riuscirei mai a fare magari una canzone priva di significato, tengo molto a quello che scrivo a come lo scrivo».

A livello musicale, ad affiancarti in questo progetto nella produzione ci sono producer del calibro di Michelangelo, di B-CROMA e Jiz. Come ti sei trovato in studio con loro?

«In realtà mi trovo molto bene con tutti. Il fatto è che io sono iper critico sulla mia roba, proprio perchè ci sono dentro fino al collo, quindi lascio sia spazio agli altri che a me, nel senso che, finché un pezzo per me non è buono, tendo a mettere bocca su tutto. Trovarmi a lavorare con persone super disponibili e aperte al dialogo è sicuramente incentivante, perché abbiamo avuto un confronto e una vera e propria collaborazione».

Venendo ad Amici, come valuti il tuo percorso nella scuola a bocce ferme?

«Sicuramente burrascoso, però è così che doveva andare e io resto comunque legato a quell’esperienza, felice del percorso che ho fatto, proprio perché sono una persona che tendere a prendere le sue scelte più con la pancia e meno con la testa. Si tratta di una parte di me che non posso rinnegare e che non posso nascondere. Spesso mi faccio sopraffare dalle emozioni ed è capitato anche lì, in un contesto dove le emozioni sono di certo amplificate. Non cambierei davvero niente, perché è così che dovevano andare le cose e non posso che ritenermi molto felice».

Per concludere, parafrasando un po’ il titolo dell’EP, cosa ti piace della musica e cosa pensi ti abbia insegnato fino ad oggi?

«La musica è un qualcosa che unisce, pur facendola inizialmente da solo quando mi metto a scrivere, poi diventa una questione collettiva, perché le idee si condividono con un gruppo di lavoro, con musicisti e con altri artisti. La musica è il mio posto sicuro, il mio angolo, il luogo dove poter stare senza pensieri. Quando mi ritrovo a scrivere nella mia cameretta, le ore scorrono velocissime, così come nella fase successiva, quando ci si ritrova in studio a dar vita a quelle prime intuizioni con persone che vogliono il tuo bere e che cercano di tirare fuori il meglio».

Videointervista ad Ayle

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