Si avvicina la finalissima di Sanremo Giovani e vi proponiamo la nostra intervista a Fellow, all’anagrafe Federico Castello, uno dei dodici protagonisti di questa edizione 2023 del contest che consente a tre artisti di partecipare al 74esimo Festival della canzone italiana.
“Alieno” è il titolo del brano inedito che il giovane artista presenterà dal vivo il prossimo 19 dicembre, nel corso della finalissima in scena al Casinò di Sanremo e in onda in prima serata su Rai Uno.
La canzone, prodotta da Michele Canova per Warner Music Italy, parla direttamente al cuore di chi si sente fuori posto, mescolando temi di alienazione sociale con la dinamica di una relazione d’amore.
Sanremo Giovani 2023, intervista a Fellow
Come stai vivendo questo momento che ti separa dalla performance dal vivo?
«Come si suol dire, sono carico a molla. Mi sto preparando tantissimo insieme al mio manager e tutto il team, siamo pronti ad affrontare questa sfida in primis con me stesso. Non vedo l’ora di far sentire la canzone dal vivo alle persone, questa è la cosa che mi preme di più».
L’accesso a questa finalissima di Sanremo Giovani è arrivato attraverso le selezioni di Aria Sanremo, un percorso lungo e direi sovraffollato, perché anche quest’anno si è registrato il record di iscrizioni. Come valuti questa esperienza?
«È stato bellissimo, calcola che questo è il secondo anno in cui partecipo alle selezioni di Area Sanremo, perché anche l’anno scorso ci avevo provato. Quindi per me è stato ancora più importante e più soddisfacente passare. Non so come dire, ma questa volta mi sentivo già un pochino più a casa, anche se all’inizio non posso nascondere di aver avuto ansia, ma ero carico e concentrato sull’obiettivo, per questo posso ritenermi contento di come ho gestito la situazione».
“Alieno” è il titolo del brano che presenterai dal vivo durante la finalissima del 19 dicembre, ci racconti com’è nato questo pezzo?
«Questo pezzo è nato in studio, insieme agli altri autori Leonardo Zaccaria e Michele Canova. Con loro abbiamo pensato di parlare di quelle persone che spesso si sentono un po’ fuori luogo, un pochino diverse. Così abbiamo provato ad esprimere i nostri sentimenti a riguardo. In realtà, racconta un po’ di tutti noi, anche perché la considero una canzone d’amore nei confronti di noi stessi, dipende da come la si guarda. L’importanza del tema ci ha poi convinti a scegliere “Alieno” come brano da presentare ad Area Sanremo».

Il tema del brano lo si intuisce già dal titolo, perché racconta di questo stato d’animo che ci porta a volte nella vita a sentirci fuori posto. Credi che sia un sentimento generazionale e che accomuni la maggior parte anche dei tuoi coetanei?
«Sai, ho sempre un po’ paura a parlare per gli altri, però in realtà credo proprio di sì. Almeno questo è quello che mi è capitato di avvertire parlando con amici o persone della mia stessa età. Forse, però, è una sensazione con cui tutti gli esseri umani si sono ritrovati prima o poi a fare i conti, perché alla fine siamo esseri sociali e ci ritroviamo a interagire con le altre persone. Non voglio fare il boomer e parlare male dei social network, però diciamo che, in una società che si basa tanto sull’immagine e sulla settorializzazione, spesso si rischia di lasciare fuori tante persone che non corrispondono a primo impatto a queste caratteristiche».
E tu, personalmente, in cosa ti senti un po’ alieno?
«Devo dire, ormai non me ne accorgo neanche più, me lo dicono dall’esterno. Credo che siamo tutti un pochino alieni nelle varie situazioni, anche di vita quotidiana, a partire dai nostri comportamenti. Io, per esempio, mi accorgo molto banalmente che durante un concerto, mentre tutti attorno a me si divertono, tendo a estraniarmi e a concentrarmi molto sulla parte emotiva dell’artista, ma anche su tutto il resto che accade dal punto di vista tecnico sul palco. Proprio per questo per un certo periodo di tempo ho evitato di andare ai concerti perché, mi sentivo un pochino fuori luogo, proprio come dico nella canzone. Oppure a volte mi è capitato di passare dei periodi in cui provavo ansia a camminare per strada, pensavo ai movimenti che facevo, a come mi avrebbero visto le persone. Alla fine, però, sono tutte sovrastrutture mentali che ci creiamo noi. Con un po’ di esperienza e di lavoro raggiungi una tua personale consapevolezza e capisci che la spontaneità ripaga ogni singolo sforzo e che essere te stesso è l’unica scelta giusta che puoi prendere».
Per concludere, al di là della possibilità di vincere e accedere di conseguenza al prossimo Festival, qual è il riconoscimento più importante che ti piacerebbe riuscire a ottenere dall’esperienza di Sanremo Giovani?
«Il riprendere a far sentire la mia musica alle persone, ristabilire una connessione con il pubblico. Questo è stato un anno per me molto particolare, ho lavorato tanto e “Alieno” rappresenta il primo tassello di tante canzoni che sono nate nel 2023, frutto di collaborazioni e d’incontri con tanti professionisti, autori e produttori. L’idea di tornare con un inedito è ciò che mi dà l’energia per andare avanti, perché riscontro spesso molta felicità da parte di altre persone nell’ascoltare la mia musica. Direi che non posso desiderare altro».
Sanremo Giovani 2023, videointervista a Fellow
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.
📢 Segui iMusicFun su Google News:
Clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”
🔔 Non perderti le ultime notizie dal mondo della musica italiana e internazionale con le notifiche in tempo reale dai nostri canali Telegram e WhatsApp.