“Certo che sto bene” è il nuovo album di Alberto Bianco, in uscita con Virgin Music / Universal Music il 10 novembre e anticipato dall’omonimo singolo. Qui in presave.
È il tempo di fermarsi, il momento giusto per essere sé stessi. È il tempo di poter dire che si può stare bene ed è ora di condividerlo.
Il cantautore torinese firma il suo sesto album in studio e torna due anni dopo l’ultimo lavoro, a 12 anni di distanza da quel “Nostalgina” che fin dal suo esordio lo ha consacrato tra le migliori penne della musica indipendente. Nel mezzo, le collaborazioni con Giorgia, Max Gazzè, Levante (ha prodotto i suoi primi due dischi), l’attuale sodalizio con Niccolò Fabi (suona il basso con lui).
Registrato in una settimana a Formentera, in presa diretta, dell’isola spagnola il disco ha catturato il sole e il profumo del mare, respirato i sorrisi riuniti in una tavola di amici.
Prodotto da Taketo Gohara, partecipano al progetto Dente e Margherita Vicario, che canta Il tempo del mare, scritta a sei mani con Alberto Bianco; mentre Federico Dragogna è la voce che non ti aspetti in Fuochi d’Artificio, di cui firma il testo.
“Certo che sto bene” è forse il disco più autobiografico di Alberto Bianco e allo stesso tempo il più universale. È l’album dove lo riconosci e senti la differenza. È il disco di un uomo e di un artista adulto.
Beh, certo che sto bene. Amo tutte quelle cose che sono diventato e di cui sono diventato. Sono diventato padre di Ettore e sono diventato un po’ Ettore, sono compagno di Elena e sono diventato anche un po’ Elena ma con più sopracciglia, sono amico di Luca e ora sono un po’ Luca, sono diventato un cantautore e sono fatto di parole e di musica, sono diventato forte e ora sono fatto di montagne e di mari impetuosi. Un sacco di lettere, di note, di ingredienti e profumi per farmi diventare Alberto.
10 tracce, ognuna dal ritmo e dal cuore diverso, che si incastrano perfettamente l’una nell’altra e sussurrano con sempre maggiore convinzione che si può stare bene. Una dichiarazione coraggiosa, di questi tempi, che nasce dalla consapevolezza di dover accettare anche i cieli neri e le tempeste interiori. Perché quel “certo” che anticipa il titolo sottintende un’oscurità che non può essere negata. Uno stare bene che – come l’artista chiarisce fin da subito nella prima traccia che dà il titolo al disco – arriva dal fare quello che piace, nel non rinunciare ad essere sé stessi, nel sapersi fermare e dare il giusto tempo alle cose, come prendersi una settimana per registrare un disco a Formentera.
Sono canzoni nate due anni fa in grande solitudine e sono esplose in una casa sulla spiaggia attrezzata come uno studio con i miei amici che tifavano e suonavano per me. Sento questo album come fosse il primo, come qualcosa da proteggere.
Alberto Bianco libera in questo disco uno stormo di pensieri buoni, come canta ne Il momento che preferisco, alleggerendo il peso di sentirsi nessuno tra tanti che arriva da Maremoto. Lo fa a suo modo: con un sound leggero e mai banale, che tiene per mano chi ascolta tra un intro fischiettante, un folk scanzonato e un blues nostalgico.
Per dirla con le parole di Margherita Vicario: c’è il Battisti di Umanamente Uomo, il Sogno e la sgroova degli Alabama Shakes, l’ironia di Wilco e la sintesi spiazzante di Sixto Rodriguez. Bianco se torni da lui è sempre lì ed è bello.
“Certo che sto bene” inizia con lo strumentale leggero e ritmicamente spensierato dell’omonima prima traccia, e prosegue con l’arrangiamento minimale di Maremoto, dove l’intreccio tra sax e flauto alleggeriscono il peso di una forza distruttiva. Si cambia ritmo con Il tempo del mare, un solare inno alla condivisione impossibile da non cantare a squarciagola con le mani (e forse anche i piedi) fuori dai finestrini di una macchina che corre verso la spiaggia. Il blues nostalgico di fine estate di Cartolina anticipa Rido Seriamente, il ritratto dolce e amaro della vita dietro le quinte, musicalmente il frutto di anni di ascolto di Fink e Feist; mentre Fuochi d’artificio è probabilmente la più sognante ed eterea, la voce di Federico Dragogna irrompe a metà disco per raccontare con dolcezza il suono di una bella giornata, l’odore dei fuochi d’artificio, l’inverno che ti rapisce prima del tempo. Il momento che preferisco è la prima canzone che Alberto Bianco dedica al figlio, l’arrangiamento e il suono sono giocosi ma il testo va in profondità e le emozioni riescono a dissolvere quel fastidio di esistere così complesso a volte da superare. Il folk scanzonato di Pianura padana sconfigge la metaforica nebbia del posto più inquinato d’Europa grazie ai sorrisi che sprigionano un falò, mentre Le abitudini della Domenica descrive gli istanti di un tempo che non finirà, la dichiarazione d’amore di un rapporto duraturo suonata su una chitarra acustica e distorta. Fatta bella è la buona notte che chiude il disco, una ninna nanna dedicata al figlio Ettore.
Per registrare la voce di questa canzone c’è voluto parecchio tempo perché ogni take veniva interrotta dalla commozione che mi stringeva la gola. Si sente, Taketo ha scelto la take dove si sente di più.

CERTO CHE STO BENE – CREDITI
Prodotto da Taketo Gohara
Registrato in una casa a Formentera (Spagna) chiamata Can Niu da Riccardo Parravicini
Mixato al Rima Maja Studio da Riccardo Parravicini e Taketo Gohara
Masterizzato al Rima Maja Studio da Riccardo Parravicini
Produttore esecutivo Edoardo Karim
Management Luca Del Muratore per Locusta
Produzione Leonardo Fontanelli e Chiara Ferrari per Locusta
Foto di copertina di Chiara Ferrari
Impaginazione grafica Davide Barbafiera e Alberto Bianco
Riprese e regia video Francesco Coppola
Reportage fotografico Giuseppe Peveri detto Dente
Cuochi Gianni & Dorina
Il Tempo del mare è stata scritta a sei mani da Alberto Bianco, Dente e Margherita Vicario, che la interpreta ma regala la sua voce anche nei cori di Cartolina, Paura Padana, Fatta bella. Dente partecipa anche in Maremoto e Federico Dragogna canta Fuochi d’Artificio, di cui firma il testo.
TRACKLIST
- Certo che sto bene
- Maremoto
- Il tempo del mare
- Cartolina
- Rido seriamente
- Fuochi d’artificio
- Il momento che preferisco
- Paura padana
- Le abitudini della Domenica
- Fatta bella
Qui le date del tour in partenza da Torino il 24 novembre.
Foto di Dente

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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