Francesca Michielin si apre come mai prima d’ora nel podcast Non lo faccio X Moda di Giulia Salemi, condividendo un racconto autentico fatto di fragilità, consapevolezza e rinascita. La cantautrice ha ripercorso alcuni momenti complessi della sua carriera e della sua vita personale, affrontando senza filtri il tema dell’accettazione di sé.
Nel corso dell’intervista, Francesca Michielin ha confessato di aver vissuto un periodo in cui ha pensato di abbandonare la musica. “Non mi sentivo più un’artigiana, ma un soldatino che faceva ciò che gli altri si aspettavano. Era una trappola mentale che stava compromettendo anche la mia salute fisica”. Un momento di crisi profonda che l’ha portata a rimettere tutto in discussione e a riscoprire l’importanza del divertimento e della libertà artistica.
Un altro tema centrale è stato il rapporto con il proprio corpo, che Francesca ha imparato ad ascoltare e non a ignorare. “Il dolore fisico non va anestetizzato ma compreso. Ho smesso di trattare il mio corpo come una macchina da far funzionare a ogni costo”. Oggi si dice più consapevole e accogliente verso se stessa: “Ho difetti, ho cicatrici, ma vanno bene così. Sono parte di me”.
Parlando della sua partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo con il brano Fango in paradiso, la Michielin ha raccontato quanto la scelta dei look — volutamente semplici — sia stata fraintesa. “Ho scelto make-up e capelli minimal, un taglio giapponese che rispecchia la mia passione per quella cultura. Eppure, le critiche si sono concentrate più sull’aspetto che sulla musica”.
Particolarmente dolorosa, ha spiegato, è stata la delusione legata alla resa degli outfit: “Quello che ho visto sul palco non corrispondeva ai fitting. Probabilmente per lo stress ero dimagrita, c’era il problema alla caviglia, e anche la postura e le inquadrature hanno influito. L’ho rivisto mille volte, e sì, mi ha creato un complesso”.
La sincerità di Francesca Michielin risuona forte e chiara: anche un’artista affermata può sentirsi vulnerabile e inadeguata, ma proprio in questa onestà risiede la sua forza. “La mia è stata una scelta consapevole, non volta a valorizzare il fisico secondo canoni convenzionali. Ed è giusto dirlo, anche per rispetto del lavoro fatto”.
Con questo racconto, Francesca non solo condivide il suo percorso personale, ma lancia anche un messaggio potente: l’autenticità, anche con le sue fragilità, è la forma più pura di bellezza.
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Francesca Michielin si racconta tra musica, fragilità e accettazione del corpo: “Difetti e cicatrici fanno parte di me”. Le sue parole dal podcast con Giulia Salemi.

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