Giovanni Allevi ha condiviso la sua profonda esperienza personale durante Vanity Fair Stories. Con la voce rotta dall’emozione, il musicista ha parlato della sua battaglia contro il mieloma multiplo, una neoplasia del sangue con cui convive da oltre due anni, e del significato del presente, della sofferenza e della libertà di scelta.
Allevi ha raccontato come la diagnosi di mieloma abbia trasformato il suo modo di percepire la vita:
«Sono molto più felice ora. La malattia mi ha catapultato nel presente, liberandomi dall’ansia del futuro e dal rimorso per il passato. L’alba è una promessa e ogni tramonto è una rinascita».
Ispirandosi alla filosofia stoica, il compositore ha trovato un nuovo equilibrio, adattando a sé l’ideale degli stoici:
«La vita è come un carro che avanza e noi siamo legati a esso da un filo. Possiamo seguirlo docilmente o resistere. Io preferisco chiedere una corda più lunga o, in un gesto di follia, saltare sul carro e prenderne il controllo».
Allevi ha condiviso momenti di grande difficoltà vissuti durante la malattia, tra cui un mal di schiena lancinante e le notti passate a confrontarsi con il proprio riflesso allo specchio. Tuttavia, ha trovato conforto nelle parole di Omero e nella consapevolezza che la fragilità è parte della condizione umana:
«Leggendo l’Iliade, ho scoperto che il dolore e la sofferenza sono da sempre parte di noi. Questa consapevolezza mi ha fatto sentire meno solo, come in un abbraccio universale della cultura».
Tra i temi affrontati, Allevi ha espresso un pensiero profondo sul suicidio assistito, una riflessione nata dall’esperienza del dolore fisico insopportabile:
«Lo Stato non dovrebbe intromettersi in una scelta così intima e personale. Una società dovrebbe offrire tutte le possibilità, lasciando poi a ciascuno la libertà di decidere, secondo la propria fede e ideologia».
Nonostante la malattia, Giovanni Allevi è tornato a suonare, annunciando quattro concerti già sold out. Durante l’evento, ha ricordato come la musica lo abbia sempre accompagnato, anche nei momenti più bui:
«Ho composto il Concerto per violoncello e orchestra mentre ero in ospedale con la flebo attaccata. Ho trasformato in note le emozioni vissute, dalla gioia alla sofferenza. Guarire non significa ricevere un referto medico, ma vivere intensamente il presente. Oggi, qui con voi, mi sento guarito».
Il compositore ha concluso il suo intervento rivolgendosi al pubblico:
«Facciamo un applauso alle persone che stanno soffrendo. Facciamo sentire loro la nostra vicinanza».
Con la sua testimonianza, Giovanni Allevi dimostra come la musica e la riflessione possano trasformare il dolore in una fonte di forza e consapevolezza, ricordando il valore della vita nel presente.

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