Alla Festa del Cinema di Roma 2025, Giovanni Allevi ha presentato in anteprima assoluta “Allevi – Back to Life”, docufilm diretto da Simone Valentini e scritto insieme allo stesso compositore e a Giovanni Amico. Un’opera intima e luminosa che racconta il ritorno alla vita e alla musica del pianista dopo la lunga battaglia contro la malattia.
Durante la presentazione, Allevi ha voluto dedicare il film alla sorella Stella, scomparsa nel 2022, ricordandola con parole di grande emozione:
“Ha lasciato questo mondo pochi giorni dopo la mia diagnosi. Non posso dimenticare quando mi suonava la 110 di Beethoven o mi leggeva Baudelaire e Kant. È stata un gigante, bellissima, e mi è sempre stata vicina”.
Un racconto di fragilità, luce e rinascita
Nel docufilm, in uscita al cinema il 17, 18 e 19 novembre 2025 con Filmclub Distribuzione, Allevi intreccia musica, filosofia e vita quotidiana in un percorso che alterna prove orchestrali, momenti in ospedale, immagini d’archivio e riflessioni sulla condizione umana. Al centro del racconto, la nascita del Concerto per Violoncello e Orchestra MM22, composto durante la degenza oncologica: una partitura nata dal dolore che si trasforma in un inno alla vita.
“È un film che celebra la gioia di vivere — ha raccontato Allevi a la Repubblica —. È il tentativo di cogliere la luce anche nel buio, di vedere i fiori anche quando si cammina sull’inferno. Dopo la diagnosi avevo due strade: lasciarmi andare alla disperazione o guardare il mondo con occhi nuovi. Ho scelto la seconda. Ho imparato che attraversando il buio si può raggiungere una nuova consapevolezza”.
Dall’infanzia segreta alla libertà creativa
Nel film, Allevi ripercorre anche i suoi primi passi nella musica: “Ricordo il primo tasto abbassato sul pianoforte. Lo strumento era chiuso a chiave, ma avevo scoperto dove fosse la chiave. Suonavo di nascosto, con il cuore palpitante. Ancora oggi la musica mi regala quella stessa emozione: il brivido di oltrepassare un confine”.
L’eredità di una sorella e il potere dell’amore
La figura di Stella attraversa l’intera narrazione. Laureata e pianista, fu lei a introdurre Giovanni alla poesia, alla filosofia e all’opera lirica. “Mi leggeva la Turandot quando non sapevo ancora leggere. Ascoltavamo l’opera sul divano ogni giorno. È stata la mia maestra di vita e d’arte”, racconta il compositore con commozione.
Le critiche, la leggerezza e la rinascita
Nel dialogo con la Repubblica, Allevi riflette anche sul suo rapporto con le critiche: “Ho capito che le critiche parlano più di chi le fa che di chi le riceve. Il mio spirito fanciullesco non è mai stato accettato dal mondo accademico, ma oggi lo custodisco con serenità. La malattia ha spazzato via tutto: ora vivo la musica con gioia e libertà, senza più preoccuparmi del giudizio altrui”.
Il legame con il pubblico e la gioia condivisa
Allevi parla con gratitudine del rapporto con i fan: “Quando mi incontrano, sentono che possono fidarsi. Mi raccontano le loro difficoltà e io rispondo con un abbraccio. È meraviglioso riscoprire la tenerezza, in un mondo che spesso dimentica la dignità umana”.
Tra i momenti più teneri del film, Allevi ricorda il ritorno in orchestra: “Durante le prove del Folle vorticoso, incitavo i musicisti a sorridere! Non tanto per l’esecuzione, ma per l’energia. Si è creato un legame profondo, una gioia reciproca che mi ha fatto sentire vivo”.
“Back to Life”, un inno alla bellezza dell’esistenza
Allevi – Back to Life non è solo un racconto personale, ma una testimonianza universale sul potere della musica, della fragilità e della rinascita. “Vorrei che chi vede il film uscisse dal cinema con il cuore gonfio di vita, come un bambino stupito davanti alle piccole cose”, conclude Allevi.
Il compositore tornerà inoltre in concerto il 27 dicembre a Roma, in un evento che si preannuncia come una nuova celebrazione della vita, dell’arte e della speranza. Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

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