Giovanni Allevi ha incontrato 6mila studenti al Forum di Assago per Happiness On Tour e in occasione della Giornata Mondiale della Felicità ha parlato della sua lotta con la malattia.
“Dalla porta una mattina un giovane dottore entra con veemenza senza bussare, resta sulla porta, non ha la tuta, calzari e mascherina. Agita dei fogli e mi dice: “Maestro, hai tredici globuli bianchi”!. Io che ho il senso dell’umorismo gli rispondo: “Dottore, non sono un po’ pochini?”. Ma lui sorride e se ne va. Cosa stava succedendo? Che le cellule stavano producendo nuovo midollo osseo. In realtà i globuli bianchi erano 13 per millimetro cubo. La bilancia che prendeva verso la mia morte iniziava di nuovo a pendere verso la vita. In quel momento sono stato investito da una felicità allo stato puro. Mi è venuto addosso un camion, un grattacielo di felicità. Perché ero felice? Per risultati professionali di qualche tipo? Perché avevo venduto dei dischi? Perché erano aumentati i follower? No, perché ero semplicemente vivo.”
Racconta Giovanni Allevi, che prosegue nel doloroso racconto.
“Il midollo osseo malato si mangia le ossa dall’interno e non potete capire il dolore. E infatti sono imbottito di oppioidi potentissimi, cento volte piu potenti dell’eroina e infatti andrò incontro alla crisi di astinenza, che è un’esperienza spaventosa. Un giorno ho sentito un grande bruciore sulla testa e sono caduti tutti insieme nel giro di qualche ora, li ho tolti quasi fosse una parrucca. Calvo, imbottito di psicofarmaci e di oppioidi che per mesi e mesi mi davano la sensazione di avere 39 di febbre. Debolissimo, senza appetito, dimagrito, pensavo 63 chili. Lì ho pensato che bastava che decidessi di lasciarmi andare e mi sarei spento.”
Il musicista conclude, davanti a una platea attenta e partecipe.
“La malattia mi ha insegnato ad assumere il comando più importante, il dominio su me stesso, sulle mie paure, sulle mie ansie. Ho dovuto tenete lo sguardo dritto sui fiori mentre camminavo sull’inferno, ho dovuto regalare un sorriso alle persone che mi stava vicino anche quando il dolore fisico era insopportabile.
Ho scoperto che la fragilità umana non era solo un fatto mio. È una costante nella storia dell’umanità. Mi sono sentito meno solo. Ho provato un profondo senso di gratitudine, per essere vivo, per il talento dei medici, per l’affetto degli infermieri, per il colore rosso dell’alba che è diverso dal rosso del tramonto.”

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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