Vincenzo Incenzo

Intervista a Vincenzo Incenzo, che presenta il triplo cd LA MIA NATURA, che contiene l’intera discografia di Valentina Giovagnini in versione rimasterizzata, composta dai suoi 2 album “Creatura Nuda” e “L’amore non ha fine” e dal nuovo EP “Respiro“. Qui il link per l’acquisto.

Vincenzo Incenzo è stato l’autore principale di Valentina nel suo percorso artistico e parte importante di questa operazione di rimasterizzazione (insieme al suo fedele producer Jurij Ricotti), di riscoperta dell’artista in questi anni di assenza e di scoperta di cover e pezzi inediti mai usciti.

Intervista a Vincenzo Incenzo, il progetto di recupero delle opere di Valentina Giovagnini

Come si è sviluppato il lavoro di valorizzazione e ripubblicazione delle opere di Valentina Giovagnini?

Innanzitutto, dobbiamo ringraziare pubblicamente Davide D’Aquino di Ada Music e Warner Music Italy, che ha fortemente voluto questo progetto. Davide mi ha scritto dicendomi che era intenzionato da anni a proporre questa iniziativa, e quando l’ho saputo, anch’io ho sentito la necessità di portare la musica di Valentina sul territorio digitale. Non si è fermato solo alla distribuzione sulle piattaforme, ma ha voluto un’edizione speciale: un triplo CD con molte cose belle al suo interno. Abbiamo trovato materiale inedito, tra cui un diario di Valentina, che è stato riprodotto fedelmente all’interno del disco. Credo che questo lavoro sia definitivo su tutto ciò che è stato parte di questa breve, ma intensa avventura artistica di Valentina.

Che sensazioni hai provato nel recuperare le opere di Valentina?

È stato un viaggio emozionante e anche doloroso. Ho scoperto aspetti di Valentina che non avevo colto in pieno prima, come la sua profonda malinconia. Con noi era sempre vivace e allegra, ma leggendo i suoi scritti ho visto un’anima tormentata. Pensavo fosse più libera mentalmente alla sua giovane età, invece aveva una sensibilità molto spiccata, che la portava a vedere la vita in modo profondo. Valentina apprezzava le cose semplici, come la sua vita in Val di Chiana, scandita dai tempi della natura più che da altre situazioni. Questo suo senso di solitudine e la ricerca di valori si riflettono anche nelle sue canzoni, perché era portatrice di valori sani e sinceri.

Qual è stato il ruolo della famiglia in questo progetto?

La famiglia è stata centrale in ogni decisione. Da quando Valentina è scomparsa, non ho mai voluto prendere decisioni in autonomia. Ho detto subito ad Ada Music che qualunque passaggio doveva avvenire con il coinvolgimento della famiglia. Davide è stato molto rispettoso di questo, e ogni cosa è passata prima attraverso Benedetta, la sorella di Valentina, e i genitori. Le foto, la scaletta, tutto è stato approvato da loro. Ricordo che una volta il padre mi disse: “Noi abbiamo la presunzione di sapere cosa veramente piaceva a Valentina”. Questa frase mi è rimasta impressa, e tutto quello che la famiglia diceva è stato considerato legge. Il disco rappresenta molto anche l’ambiente familiare di Valentina, rispecchiando le energie e la volontà di chi le stava vicino.

Cosa ricordi del Festival di Sanremo del 2002, quando il grande pubblico ha conosciuto Valentina?

È un ricordo fantastico. Quando abbiamo lavorato alla canzone,non avevamo dubbi sulla sua potenza, fin dai primi ascolti. Ricordo che la ascoltavo continuamente in macchina, ero convinto che qualcosa di importante sarebbe accaduto. Non pensavo alla vittoria, ma ero certo che Valentina avrebbe lasciato il segno. Durante l’esibizione, ho rivisto in lei la ragazza timida e riservata, ma anche una forte determinazione. Davide Pinelli, il suo produttore, era stato quasi duro con lei, raccomandandole di esprimere tutta la sua forza sul palco. E lì, Valentina ha davvero dato il massimo. Il momento più commovente è stato vedere la sua reazione alla standing ovation, si è commossa e anche oggi, ripensandoci, è un ricordo molto forte.

Perché credi che il mercato non abbia supportato la musica di Valentina, vista la sua attualità?

Credo che eravamo un po’ troppo in anticipo sui tempi. A volte, ascoltando artisti contemporanei come Madame, mi sembra di sentire elementi della musica di Valentina. Senza Sanremo, non avremmo nemmeno fatto quell’album. Quando abbiamo presentato Il passo silenzioso della neve alle case discografiche, nessuna ci ha dato una risposta positiva. Poi, grazie all’entusiasmo di Pippo Baudo, una casa discografica che ci aveva rifiutato ci ha chiesto di firmare un contratto. Fare qualcosa di diverso, come inserire le cornamuse in un pezzo pop, era un rischio, ma è quello che secondo me dovrebbe succedere più spesso. Oggi, la musica sembra seguire una sola direzione, con lo stesso beat e lo stesso mood. Gli artisti giovani hanno paura di affrontare sfide diverse perché rischiano di essere tagliati fuori. Valentina ha avuto quel coraggio, e anche se non ha avuto un successo immediato, spero che nel tempo venga riconosciuta.

Hai qualche aneddoto sul tuo rapporto personale e professionale con Valentina?

Ho tanti ricordi bellissimi. Con Valentina condividevo non solo l’interesse per la musica, ma anche per la letteratura e l’arte visiva.

È bello che nella sua terra, in Val di Chiana, si ricordi spesso Valentina. Cosa pensi del fatto che a livello nazionale sia stata un po’ dimenticata?

Purtroppo, fa parte della nostra epoca che non ha molta memoria e tende a rimuovere velocemente le cose. Il Festival di Sanremo, ad esempio, è lo stesso festival che è andato avanti nonostante la morte di Luigi Tenco, quindi è un carrozzone che segue la sua strada a qualunque costo. Tuttavia, penso che piccoli segnali per ricordare Valentina potrebbero essere fatti, come istituire una declinazione del premio “Nuove Proposte”, visto che lei proveniva da lì e tanto bene aveva fatto. Spendere una parola in suo ricordo non costerebbe molto.

So che stai lavorando anche a un tuo progetto. Vuoi parlarcene?

Sì, in ottobre uscirà il mio nuovo album. Valentina è stata una grande fonte di ispirazione per me, e grazie a questa operazione con Warner, sono entrato anch’io in contatto con loro. Durante la preparazione dell’album di Valentina e nella ricerca degli inediti, è nato anche il mio album. Considero questo progetto come collegato a Valentina, sento spesso la sua presenza vicino a me, e questo nuovo album è in parte un suo segnale.

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