Alfa Le cose in comune

Un’intervista ad Alfa da la possibilità di approfondire più argomenti. Il giovane cantautore genovese è una delle rivelazioni dell’anno grazie al singolo Bellissimissima e sul palco di Imaginaction ha portato la sua storia musicale, in cui spicca l’indissolubile legame con i videoclip.

L’artista, in attesa del concerto del Forum di Assago del prossimo 24 febbraio, è reduce da un’estate live, ma il 29 settembre ha rilasciato un brano inedito, ma ben conosciuto dal suo pubblico.

“sofia </3 è una canzone d’amore x un’amica ed esce questo venerdì. Non è un singolo che sentirete in radio, è solo una canzone che ho bisogno di far uscire dopo tutto il casino di quest’estate. L’ho scritta con la chitarra in tour ed ho iniziato a cantarla ai concerti in anteprima x vedere le reazioni. Non mi aspettavo che un pezzo chitarra e voce vi piacesse così tanto, così siamo andati a produrla nella mia cameretta magica di Genova dove tutto è iniziato, mentre i cori del ritornello li abbiamo registrati in una chiesa in Toscana. Scusate l’attesa ma volevo uscire il 29 perché 29 settembre di Lucio Battisti è una delle mie canzoni preferite di sempre.”

Intervista ad Alfa, tra Imaginaction, Bellissimissima e… il Forum di Assago

Ciao Alfa, benvenuto a Imaginaction. Nella tua musica c’è sempre stato un aspetto visual…

Ciao, è vero. Anche quando ho iniziato a scrivere canzoni, pensavo già a come avrebbe potuto essere il videoclip. Anche all’inizio della mia carriera ho investito tanto sui videoclip, anche se non ho mai speso cifre folli; sono genovese, ma anche perché secondo me oggi più che mai il video deve essere qualcosa di immediato e semplice, non bisogna spendere centinaia di migliaia di euro per far vedere qualcosa di troppo artificiale.

La semplicità vince, lo abbiamo visto anche con te. Il 2023 ti ha regalato davvero tante soddisfazioni. Con Bellissimissima hai conquistato lo streaming, ma anche le radio.

La mia carriera nasce dai numeri. Io venendo dai social fin dall’inizio cercavo di dimostrare con i numeri la mia artisticità, a 18 anni è normale. Oggi crescendo ho capito che il mondo che mi interessa maggiormente è quello dei concerti, quindi farò sempre più canzoni pensate per suonare bene dal vivo.

I tuoi concerti sono dei veri e propri happening. Lo scorso anno, per esempio, a Firenze è successo qualcosa di bellissimissimo, che ti ha portato a ricevere un riconoscimento internazionale.

Una fotografia scattata a un mio concerto è stata nominata al Photography Awards 2023 insieme ad altre nelle quali sono ritratti Harry Styles e Billie Eilish. Eravamo a Firenze, io sono sceso tra il pubblico e ho detto a tutti… ‘baciatevi!’. Era la giornata mondiale del bacio e la fotografia ritrae oltre 2000 baci in contemporanea. E’ stata nominata come momento musicale dell’anno a un premio internazionale. Incredibile. È stato strano, è stato molto strano, ma molto bello.

Con la semplicità si vince. Anche questa ne è la dimostrazione.

L’idea e la semplicità sono sempre vincenti. Io penso che più un qualcosa è sovrastrutturato, meno arriva. Almeno per la musica che faccio io. Ci sono dei generi in cui è molto importante puntare sull’immagine, ed è anche giusto. Anche quelle sono forme d’arte, ma per come sono fatto io, conta l’autenticità del messaggio. Non mi importa del vestiario, del look, dell’immagine, della cripticità, dell’estetica. Il mio messaggio è pop e quindi a me piace essere semplice, perché in realtà dietro alla semplicità c’è tanto studio. Non è che facciamo canzoni in 5 secondi e poi vediamo che succede. C’è tanto studio dietro alle canzoni.

L’abbiamo visto con Bellissimissima, che è una canzone obiettivamente semplice, ma che colpisce proprio per questo, perché arriva direttamente al cuore di quello che è un sentimento, che a volte può essere scontato o banalizzato.

Il mio migliore amico qualche giorno fa ha paragonato la canzone pop alla cartina della metro di Londra. Quando hanno realizzato la metro di Londra dovevano disegnare la cartina e non riuscivano a farlo perché seguivano la mappa della città, quindi veniva un groviglio tutto incasinato. Poi è arrivato questo pubblicitario e ha detto ‘scusate, perché non proviamo a disegnare la metro di Londra con una linea dritta con al massimo angoli da 45 e da 90 con le fermate tutte uguali? In questo modo la gente ci capirà qualcosa!’

La canzone pop è quello, è semplificare la realtà per poter arrivare a tutti. Non è un’arte meno nobile, cioè il pop non vuol dire commerciale. Il pop fa la sua missione quando diventa trasversale ed è una questione che non riguarda le vendite, riguarda l’emozione che vedi nelle persone che ascoltano. Non importa la loro età.

Bellissimissima è quasi una colonna sonora e non ne parlo a caso, perchè nel tuo percorso c’è Sul più bello che è la canzone portante dell’omonimo film, ma anche la serie RaiPlay Original per la quale hai scritto degli inediti. In entrambi i casi hai fatto un passo indietro, restando te stesso, ma valorizzando il lavoro di altri.

Mi piace variare, ma sottolineo che io non voglio fare questo per tutta la vita. L’ho sempre detto, io non voglio finire a fare i dischi nostalgia o cantare con la pancia a 70 anni. Non voglio arrivare a quello, voglio riuscire a smettere prima e dedicarmi comunque alla musica che è l’amore della mia vita a cui sto dedicando i miei anni. Poi vedremo sul lungo periodo se sarà ancora così.

In effetti scrivere colonne sonore non mi dispiacerebbe. Sono un fan dei film d’animazione e l’idea di lavorare a una colonna sonora sarebbe un bel colpo.

Bisogna comunque pensare al momento in cui si esaurirà la passione per la musica.

Tu pensi sia possibile che possa esaurirsi la passione musica?

Sicuramente non passerà mai la mia voglia di scrivere canzoni. Quello vorrei continuare a farlo, perchè per me ha un valore terapeutico. Però mi rendo conto che pubblicare un brano è molto distante dal lavoro della scrittura. Sempre di più ho la sensazione che io prima o poi non vorrò più pubblicare canzoni continuamente. Non ne sento l’esigenza. Sicuramente ho un obiettivo in testa, a cui voglio arrivarci perché ci ho lavorato tantissimo. Arrivato a quell’obiettivo mi chiederò se vorrò fare ancora questa cosa oppure no, da lì poi capirò.

Non è così scontato essere così sinceri, diretti e coerenti con sé stessi, soprattutto nel mondo della musica, dove sai bene che spesso emerge la volontà di apparire.

E’ chiaro che dal momento in cui tu pubblichi canzoni, tu vuoi apparire, nel senso che vuoi esistere, vuoi esserci. Altrimenti avrei tenuto le canzoni solamente per me. Ho iniziato a scrivere canzoni e a 15-16 ho capito che volevo confrontarmi con il pubblico pubblicandole on line. Il pubblico ti dà una risposta, ma quanto siamo pronti a gestire un giudizio?

La mia generazione è troppo legata al concetto di apparire. Non è sbagliato, ma secondo me siamo arrivati alla saturazione totale.

Un anno fa eravamo al Forum per l’apertura del concerto di Francesco Gabbani. Il 24 febbraio 2024… toccherà a te!

Pazzesco! Se ci pensi è quasi spaventoso come la musica cambia le cose. Tutto si evolve a una velocità incontrollabile.

Tra l’altro Francesco Gabbani sicuramente sarà ospite al Forum perché gli devo tantissimo. Lui mi ha insegnato molto di questo mestiere.

Ricordo che nella tua esibizione avevo già visto quella fame necessaria, ma anche quella capacità semplicemente con la chitarra di attirare e stregare il pubblico! Quasi non fosse un opening, ma un concerto tutto tuo.

Sì, mi è sempre piaciuto avere l’attenzione, anche perchè ho un passato sullo sfondo; sono sempre stato un ragazzino un po’ grasso, un po’ bullizzato, un po’ timido e la musica mi ha proprio aiutato a uscire da questa dimensione. A me non piaceva non essere notato, volevo sentirmi importante e speciale per qualcuno o per tutti e quindi la musica mi ha supportato in questo processo di crescita.

Adesso devo fare i conti sull’altro versante, perché sicuramente poi quando diventa troppo devi lavorare su te stesso per non perdere di vista valori e obiettivi.

Sai che oggi sei importante per qualcuno?

Sai che non lo so? Forse sì, cioè razionalmente sì, emotivamente è molto più difficile perché comunque a volte le persone con cui lavoro si stupiscono di come io mi comporti come prima, ma per me non c’è un prima e un dopo.

Io ho una grandissima paura del successo, per quanto io lo cerchi. Il successo non è formativo, il fallimento ti insegna sempre qualcosa, il successo è solo apprezzamento piacevole, ma non ne trai un insegnamento, non ti spinge a crescere, anzi ti spinge a trovare la tua formuletta musicale e rimanere su quella.

Questa cosa a me non è mai piaciuta e quindi in realtà ho molta paura del successo, perché vedo che intossica le persone che sono attorno a me o anche i miei colleghi e questa cosa non voglio che mi accada.

Video intervista ad Alfa

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