Irene Fornaciari è tornata sulle scene con un nuovo nome d’arte, Irene Effe, e il singolo Mi libero dal male.
“Mi sono sgretolata e ricostruita, senza rinnegare il passato, ma trovando il coraggio di aprire un nuovo capitolo.”
Queste le sue prime parole in un’intervista a Vanity Fair in cui si racconta a 360 gradi.
“Ho attraversato un momento di tilt totale in cui ho messo in discussione tante cose, persino la mia carriera. Alla fine mi sono fatta trasportare dal mio sentire, ho lasciato spazio alla sincerità senza fronzoli, tirando fuori quello che avevo dentro.”
Spiega la cantautrice, per 4 volte in gara al Festival di Sanremo.
“Ricordo ancora nel 2010 salii scalza sul palco di Sanremo. Le scarpe, dietro le quinte, le avevo, ma erano talmente scomode che le ho lanciate via prima di esibirmi. Insomma, le voci intorno mi hanno messo in una specie di gabbia. Tante voci, che io, con la mia insicurezza e la mia bassa autostima, ho ascoltato. Morale? Non sapevo più chi ero, ho perso la mia identità, e gli ultimi dischi erano su quella scia lì.”
Poi una riflessione sul cognome, a volte troppo ingombrante.
“Io sono fiera del mio cognome, certo non lo rinnego. Però ho sempre voluto un nome d’arte e credo che questo sia il momento giusto, che sia emblema proprio della liberazione che ho avuto. […] Mi ha offerto tante possibilità, specialmente all’inizio, che tanti miei colleghi non hanno avuto. C’era la curiosità dei media di scoprirmi e questa è stata senza dubbio una fortuna. Poi però devi fare anche i conti con i pregiudizi. E sono tanti: si pensa ci sia mio padre dietro ogni cosa che faccio, ma ormai sono anni che vado completamente da sola. È brutto perché si sminuiscono le energie che ci sono dietro il lavoro.”
Infine un pensiero di Irene Fornaciari sull’importanza del nuovo singolo.
“Oggi credo più in me stessa, ma soprattutto mi sono perdonata tante cose, è come se avessi fato pace con alcune parti di me. Restano intatte la purezza, la genuinità, il vivere tutto a mille. Che mi porta a continui up and down, è vero, ma appunto oggi non me ne faccio più una colpa. Penso che questo lato di empatia sia un valore, sono contenta di essere così.”
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.