Ci sono voluti quasi due anni, ma alla fine la famiglia Di Cosola ce l’ha fatta: è riuscita a restituire a Luciano Ligabue un anello che il rocker aveva perso durante un concerto allo Stadio Olimpico di Roma nel luglio 2023. O forse no: perché, inaspettatamente, l’anello non è mai davvero tornato al legittimo proprietario. Ed è stato proprio Ligabue a deciderlo.

Tutto è iniziato quella sera d’estate, quando Rocco Di Cosola, la sua compagna Sabrina e i figli Alessio e Aurora si trovavano sotto al palco del Liga. A fine serata, Aurora nota qualcosa a terra: è un anello. «Me l’ha dato chiedendomi se fosse mio, visto che ne porto diversi», racconta Rocco. Ma il dettaglio passa inosservato, fino a qualche giorno dopo.

Scorrendo le foto del concerto, Rocco si accorge che l’anello ritrovato è molto simile a quello indossato da Ligabue sul palco. Al suo interno, una scritta: “per sempre”, titolo di una canzone che il cantante ha dedicato al padre. Il sospetto diventa allora quasi una certezza: è proprio quello di Luciano.

Da lì comincia una lunga odissea fatta di tentativi andati a vuoto. Rocco contatta il fratello del cantautore, Marco, che suggerisce di rivolgersi al fan club ufficiale Bar Mario. Nessuna risposta. Anche il figlio del rocker, Lenny, batterista nei tour teatrali, incrociato casualmente a Vercelli, non riesce a fare da tramite. Ma la famiglia Di Cosola non si arrende.

Domenica 22 giugno 2025, dopo aver assistito al concerto-evento a Campovolo, dove oltre centomila fan hanno ballato e cantato con il Liga, la famiglia decide di tentare l’ultima carta: aspettarlo sotto casa, a Reggio Emilia.

E il destino premia la loro costanza. Alle 15.30 Luciano Ligabue si presenta; Aurora gli racconta tutta la storia, gli mostra l’anello e chiede: «Liga, è il tuo?». La risposta è sì. Ma il finale è da romanzo: «Visto che siete stati così tanto onesti… l’anello lo avete vinto voi».

Un gesto che ha lasciato senza parole Rocco e la sua famiglia, commossi non solo per l’incontro, ma per quello che rappresenta. «L’ennesima conferma della bella persona che è Luciano», commenta Rocco.

Un piccolo oggetto, un grande cuore. E una storia che sembra uscita direttamente da una delle canzoni del Liga, dove la provincia, l’onestà e i sentimenti veri fanno da colonna sonora alla vita.

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