Ludovico Einaudi

Con oltre 8 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, Ludovico Einaudi è il quarto artista italiano più ascoltato al mondo, subito dopo i Måneskin. Ma il segreto del suo successo va oltre i numeri: “La mia indipendenza artistica è anche esistenziale. Mi permette di osservare da una distanza che non mi sporca le mani”, racconta al Corriere della Sera.

Lontano dalle logiche dell’industria e della politica, non risparmia giudizi taglienti su alcune figure contemporanee: su Giorgia Meloni ammette di vederne l’energia, ma critica l’ambiente che la circonda, mentre su Donald Trump è lapidario: “È un matto. Con i disastri ambientali che accadono, è assurdo che voglia ritirarsi dall’accordo di Parigi sul clima”.

Nipote di Luigi Einaudi, presidente della Repubblica, e figlio di Giulio Einaudi, fondatore dell’omonima casa editrice, Ludovico vive un rapporto ambivalente con le sue radici familiari: “Mio padre era affascinante e duro, capace di far piangere Calvino e Pavese. Non capiva cosa stessi facendo con la musica, ma una volta trovai un disco di John Cage in casa: quel famoso brano di 4 minuti e 33 secondi di silenzio. Mi dissi: ‘Ecco, ora capisco’”.

Legato alle sue origini nelle Langhe, Einaudi ritrova la propria energia spirituale nei luoghi della sua infanzia: “A Dogliani c’è una forza che appartiene ai miei avi. Un giorno, voglio tenere un concerto al Sentiero dei fossili, un luogo per me speciale”.

Nonostante il suo stile si collochi ai margini della musica mainstream, Einaudi non è estraneo a incursioni in territori contemporanei. “Mi incuriosiscono i padri del rap, una collaborazione con Eminem la farei subito. La trap, invece, mi piace meno.”

E sul Festival di Sanremo, il compositore è categorico: “Ogni tanto cercano di invitarmi, ma non ci vado. È una bella vetrina per chi ha bisogno di promuoversi. Io mi sento già promosso”

Tra successi internazionali e un rapporto speciale con il pubblico, Ludovico Einaudi rimane fedele a una visione artistica personale, che non teme di essere in controtendenza. “Suonare è comunione, un momento di energia musicale e spirituale. Credo che ci sia un’energia che non scompare mai del tutto, nemmeno nell’aldilà”.

In un mondo che sembra correre verso la semplificazione e l’apparenza, Einaudi rappresenta la profondità e il tempo lungo dell’ascolto, dimostrando che la musica può ancora parlare all’anima.

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