Mogol Sanremo 2022

Dopo la lettera aperta indirizzata da Grazia Letizia Veronese, vedova di Lucio Battisti, a Giulio Rapetti Mogol, arriva la risposta dell’autore.

Zero polemiche. Sulle vertenze giudiziarie si sono espressi e si esprimeranno i magistrati. Ma non mi interessa replicare. Se non su un paio di particolari. Mi dispiace si possa anche soltanto immaginare che io mi sia inventato di aver fatto avere una lettera a Lucio nel periodo finale della sua malattia. Non so che motivo avrebbe potuto spingermi a raccontare una bugia. Tra l’altro, fu un medico a rendere testimonianza della cosa, parlandone con una giornalista.

Poi apprendo che nella lettera mi si definisce paroliere… Ecco, io ho sempre considerato una forma di mancanza di rispetto l’uso del termine paroliere per chi scrive versi destinati alle canzoni. E Lucio la pensava come me. Non l’ho fatto solo per la mia persona, ma per chiunque faccia o abbia fatto questa cosa. Paroliere è chi realizza lo schema delle parole crociate, cinque orizzontale tre lettere, sei verticale otto lettere. È come quando ad un giornalista si da’ del giornalaio, è un modo spregiativo di valutare il lavoro di una persona. È una questione di principio.”

Queste le parole riportate dal Quotidiano Nazionale.

Per la milionesima volta: non litigammo, non ci fu nulla di personale. Fu una questione economica. Io trovavo giusto che i diritti sulle canzoni fossero ripartiti paritariamente tra noi, nonostante la legge dicesse un’altra cosa. Lui inizialmente sembrava d’accordo, invece andò a casa e cambiò idea e ci separammo.”

Grazia Letizia Veronese risponderà ancora a Mogol?