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Paolo Meneguzzi, un attacco all’autotune: “Cantare è arte, il bel canto è arte!”

Paolo Meneguzzi

Paolo Meneguzzi interviene a gamba tesa in un’altra delle tante discussioni dell’estate, questa volta per attaccare l’utilizzo massiccio e massivo dell’autotune.

L’autotune, purtroppo, viene usato per il 99% delle volte per riuscire a cantare intonati.

Non ascoltate le favolette in cui vi dicono che è uno stile. Lo è per pochissimi ed eccezionali casi (vedi foto) e spesso, gli stessi, sono dei cantanti pazzeschi. Per gli altri è una scusa, un palliativo. È che in realtà non sanno cantare.

Usare l’autotune per intonarsi è una truffa e un oltraggio all’arte del canto.

Cantare è arte, il bel canto è arte.

L’autotune usato perchè non si sa cantare durante i live, sta generando migliaia di cantanti che non lo sarebbero mai stati, senza un’anima, da paragonare a SIRI, tutti uguali, senza né arte né parte.

Pablo.”

Scrive Paolo Meneguzzi a proposito dell’autotune. Il cantautore ticinese poi spiega meglio il suo punto di vista.

Se vai sul palco a suonare un piano e suoni da schifo la gente ti fischia, se suoni la batteria storta la gente se ne va, se fai note sbagliate nei soli di chitarra la gente si mette le dita nelle orecchie. E se canti male? Ah no li c’è il trucchetto.

Oppure facciamo tutti i concerti in playback e chi se ne frega giusto? Tanto vale che esistono i così detti Live!”

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