Il Maestro Peppe Vessicchio commenta la polemica su Beatrice Venezi e il Teatro La Fenice.
Una vicenda che ha diviso opinione pubblica, orchestra e politica, attirando inevitabilmente l’attenzione dei media. A dire la sua è stato anche il Maestro Peppe Vessicchio, che in un’intervista a Open ha analizzato con lucidità i diversi aspetti del caso.
Secondo Vessicchio, il clima attorno alla nomina di Venezi si è trasformato in un vero cortocircuito istituzionale e mediatico:
«È una vicenda sgradevole. Per la Venezi, per l’orchestra, per il sovrintendente e per la direzione del teatro. Le accuse reciproche, amplificate da un contesto sociale incandescente, stanno rischiando di distorcere i tratti della questione».
Nonostante le critiche, Vessicchio difende la professionalità della collega:
«Beatrice Venezi appartiene a quella categoria di direttori che hanno gli strumenti accademici e interpretativi per guidare un’orchestra. Ho ascoltato un suo concerto in cui aveva diretto una mia composizione: vi ritrovai esattamente le sonorità che avevo immaginato. Gli applausi e il bis furono meritati».
Tuttavia, il Maestro evidenzia anche le complessità del ruolo: «Il direttore musicale non deve solo dirigere, ma saper gestire budget, programmare stagioni e ingaggiare artisti. Se la Venezi abbia già tutte queste competenze non lo so, ma la vedo brillante e intraprendente».
Tra le critiche mosse a Venezi c’è quella di non avere un curriculum comparabile ai predecessori. Vessicchio sottolinea però come il panorama sia cambiato:
«Negli ultimi vent’anni si è corsi a ingaggiare giovani talenti, anche di gradevole immagine. Prima era richiesta più gavetta e si arrivava a certi ruoli con le tempie imbiancate. La Venezi non è la sola di questo nuovo corso».
Non poteva mancare un accenno al ruolo della politica nella vicenda:
«È straordinario osservare come la politica strumentalizzi la vicenda. Basta confrontare i commenti di testate diverse per capire quanto la polarizzazione influisca. Dopo che Venezi ha dichiarato la sua vicinanza a certi movimenti politici, i giudizi su di lei sono diventati meno benevoli».
Il rapporto fiduciario con l’orchestra, oggi in discussione, per Vessicchio è un punto chiave ma non una novità:
«Non c’è mai il plebiscito. Ogni direttore ha estimatori e detrattori, è sempre stato così. Perfino Toscanini subì critiche. Solo la dedizione sincera alla musica può ricostruire un equilibrio».
Alla domanda su cosa dovrebbe fare ora Venezi, il Maestro risponde con un invito semplice e profondo:
«Non ho consigli da darle se non quello di tuffarsi nella musica, che nella sua essenza è pace e condivisione. Al teatro invece suggerirei di riaccendere la corrente che è saltata e riportare armonia».
L’opinione di Vessicchio offre una chiave di lettura equilibrata: da un lato il riconoscimento del talento artistico di Beatrice Venezi, dall’altro la consapevolezza delle difficoltà legate a un ruolo complesso e fortemente esposto alla strumentalizzazione politica.
Foto Danila D’Amico, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

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