Renato Zero

Renato Zero è tornato dal vivo con una serie di concerti che hanno preso il via da Firenze (Qui il calendario). L’artista romano si è raccontato al Corriere della Sera, parlando dell’empatia che prova nei confronti dei giovani artisti e… di Elodie!

«Mi ha cercato lei, ma io non vedevo l’ora che mi chiamasse, ha un’enorme energia. Voleva cantare Mi vendo. Io: «No, amore. Hai delle corde formidabili, da grande interprete, meglio Nei giardini che nessuno sa”. E credo si sia commossa in scena perché ha scoperto quella dote».

Poi una riflessione sui giovani e l’attuale mercato musicale.

«Quando hai assaporato i dinieghi sai bene come ci si sente all’ombra di quei no. Mi rivedo in questi giovani, nelle loro timidezze e insicurezze».

Un ricordo anche di Rino Gaetano.

«Diceva che il suo cilindro di feltro era troppo pesante, così gli portai da casa una tuba nera. Leggerissima. Rino è stato per me una prospettiva mancata. Quando uscivamo insieme era pieno di verve, un vulcano. Qualcuno dei nostri amici mi avvertì: Rino ha un equilibrio labile. Andandosene via all’improvviso mi ha tolto l’opportunità di aiutarlo e questo mi ha ferito».

Infine un pensiero alle difficoltà che Renato Zero ha affrontato nella sua carriera.

«La sconfitta di Fonopoli… la chiusura del tendone di Zerolandia, quando un prefetto mi tolse le ali facendo mettere i sigilli. Ma oggi vivo in un abbraccio continuo: ciao Rena’, abbello, maestro. Non voglio la Croce di Cavaliere del Lavoro, però mi stupisco che molte persone vadano via senza aver ottenuto neanche un grazie dalla vita».

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