Renato Zero

Renato Zero ha ottenuto una vittoria significativa contro le principali major discografiche nel campo dei diritti connessi. Il Tribunale di Milano ha condannato Scf (una società di gestione dei diritti d’autore partecipata da Universal, Sony e Warner) a risarcire 145 mila euro a Tattica, l’etichetta indipendente fondata dall’artista. La sentenza, depositata l’8 dicembre, sancisce che Scf avrebbe trattenuto in modo indebito il 19% dei compensi spettanti a Tattica, nonostante questa non avesse conferito mandato alla società per gestire i propri diritti. La notizia riportata dal Corriere della Sera.

Tattica, di cui Renato Zero detiene il 75%, ha scelto di operare autonomamente nel settore dei diritti connessi. L’etichetta si definisce “apolide”, ovvero non affiliata a nessuna collecting society, come Scf. Tuttavia, al momento della riscossione dei diritti, si è vista applicare una trattenuta pari al 19% per intermediazione, la stessa riservata ai mandanti di Scf, scatenando la disputa legale.

Secondo Simone Veneziano, avvocato e socio di Tattica, questa decisione crea un precedente importante per tutti i produttori indipendenti e artisti non affiliati alle società di collecting. Questi soggetti, definiti “apolidi”, potrebbero ora appellarsi alla sentenza per evitare ulteriori trattenute da parte di società come Scf, che rappresenta un vasto catalogo musicale di circa 30 milioni di brani utilizzati da radio, tv e luoghi pubblici.

Scf gestisce i diritti connessi per un’ampia rete di produttori discografici, ripartendo compensi a fronte dell’utilizzo musicale in pubblico. Nel 2023, la società ha registrato ricavi per 7,5 milioni di euro e distribuito 50,8 milioni di euro di diritti. Tuttavia, questa sentenza potrebbe rappresentare un cambiamento importante, limitando la possibilità di applicare commissioni agli artisti e produttori che scelgono di gestire autonomamente i propri diritti.

La decisione non solo rappresenta un successo per Renato Zero e Tattica, ma apre nuove opportunità per produttori e artisti che desiderano operare fuori dal sistema delle collecting societies. Come sottolineato dall’avvocato Veneziano, la sentenza è “destinata a produrre effetti oltre questo specifico caso”, ridefinendo i confini della gestione dei diritti connessi in Italia.

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