Vasco Brondi

Sono passati tre anni da Paesaggio dopo la battaglia e ora Vasco Brondi torna con Un segno di vita, il nuovo album. (Qui il link per l’acquisto).

Tre anni lunghi, intensi e che hanno permesso al cantautore originario di Ferrara di trovare una nuova dimensione personale, spirituale e artistica. 

“L’album arriva a tre anni da “Paesaggio dopo la battaglia”, un disco scritto durante il lockdown. Un album buio, scuro. Per questo progetto ho cercato di rintracciare i segni di vita che ci sono in questa epoca. Il lavoro è cercare di non essere troppo oscuro anche nell’inferno. Un modo per conoscere e vivere i tempi anche quando ci sembrano bui. Siamo noi che dobbiamo fare luce.

Il nuovo disco prende forma anche dalla copertina, che indica che ho tutta l’intenzione di rivelarmi, non di nascondermi.” 

Un approccio sempre libero, ma che riflette i 40 anni, traguardo raggiunto da Vasco Brondi nel 2024, qualche settimana fa.

“Il nuovo album è uscito.

Un segno di vita è un disco pieno di fuochi, fuochi di segnalazione di una vita di passaggio sparati in mezzo al mare o in una periferia silenziosa per farsi trovare. Ci sono incendi nei boschi e nei cuori, fuochi da custodire che bruciano ma illuminano.

Spero che queste canzoni riescano a raggiungervi!”

Vasco Brondi presenta il nuovo album “Un segno di vita”

“Parlare del disco mi aiuta. Le canzoni arrivano, ma ogni volta che ne parlo entro in una dimensione più profonda, che mi permette di raggiungere un nucleo incandescente dentro me. 

Nei miei brani c’è sempre la volontà di sperimentare. In questo caso mi sono rapportato per la prima volta alla forma canzone classica.

Ho racchiuso i pezzi in una forma predefinita, pur prendendomi le mie libertà. C’è stato un grande lavoro di semplificazione, ma ho lavorato anche sulla sintesi, proponendo un riassunto di determinati concetti proprio per rientrare in determinati canoni.

Per scrivere qualcosa di più breve ci vuole più tempo. Io ci ho messo tre anni. Per me è inevitabile seguire dei ritmi, a volte legati a un concetto di pazienza. 

Nel fare questo disco sono stato più sintetico.”

Spiega Vasco Brondi presentando l’album, ma anche il libro “Piccolo manuale di pop impopolare”, presente nelle versioni a tiratura limitata di vinile e CD.

“Mi sono inserito nei meccanismi del pop consapevole di essere fuori luogo. Questo è il primo disco che faccio con alle spalle un’etichetta discografica. Arrivarci adesso ha un senso. Tutto questo mi ha dato possibilità di sperimentare. In Carosello ho trovato il supporto. Ho iniziato a fare musica totalmente da solo, ma ora ho capito quanto è importante condividere. Ho sempre pagato onori e oneri della mia libertà.

Alla fine non mi sono sentito fuori luogo, come avevo inizialmente immaginato.

So che la mia impronta può essere pesante, ma i producer che hanno lavorato con me hanno capito la mia idea e mi hanno assecondato, valorizzando ogni singolo elemento.”

Spiega Vasco Brondi, raccontando di aver condiviso il progetto con un gruppo di artisti che già erano amici prima di iniziare il lavoro.

“Il disco è anche un diario di viaggio, perché l’ho scritto e registrato in giro, tra Ferrara e un’isola in mezzo all’Oceano. Ci ho lavorato tanto, ma l’ho fatto con tranquillità. Ho portato tutti gli strumenti in un rifugio a 2500 metri. Ne è valsa la pena! In mezzo ai boschi abbiamo registrato quasi metà disco. Mi piace pensare che quest’aria di montagna è entrata nel disco.

Per i testi mi sono ispirato ai grandi maestri. In altri dischi ho messo le parole più con il martello. In questo ho fatto più fatica, lavorando sulla metrica, sulle rime. Non ero abituato.” 

Tra le collaborazioni spicca quella con Nada

“Ci siamo conosciuti grazie a Massimo Zamboni dei CCCP. Ci ha invitati a suonare su un palco a Reggio Emilia ed è stato surreale. Un grande incontro. Io e Nada siamo anime affini al di là dell’età, dell’esperienza e del background e ce lo siamo detti subito. Non potrò mai dimenticare che tra anni fa mi ha telefonato per dirmi quanto le era piaciuto il disco. Per questo ho pensato di coinvolgerla. Lei è molto diretta e apprezzo il suo lavoro.”

Ad aprile partirà il tour nei club (Qui le date e Qui il link per l’acquisto dei biglietti), ma prima spazio a una particolare forma di instore (Qui il calendario).

“Sono contento che oggi ci sia una percezione differente della musica dal vivo. Ho pensato di creare una diversa forma di instore per stare più vicino al pubblico e per proporre le canzoni… come sono nate, riportandole alla loro essenza.”

Foto di Valentina Sommariva 

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