Carmen Consoli

Il 24 settembre è il giorno dell’uscita del nuovo album di Carmen Consoli Volevo Fare La Rockstar, nuovo progetto discografico che arriva a quasi sette anni da L’Abitudine di Tornare.

“Ho 47 anni? Sì, perchè dentro di me vivono due donne di 23 anni e mezzo.”

Un album, il nono di inediti nella carriera della cantantessa, che avrebbe dovuto vedere la luce nella primavera del 2020, ma che è stato rimandato a causa della pandemia e ripensato con l’aggiunta di tre brani, la title track Volevo Fare La Rockstar, Armonie Numeriche e Imparare dagli alberi a camminare.

Racconta Carmen che nella composizione di questo album si è sentita libera come quando ha scritto il suo primissimo Due parole (1996). Come allora, ha trascorso del tempo in studio con Roccaforte (che ha prodotto il disco insieme a lei e a Toni Carbone) giocando sui suoi appunti musicali e su questi hanno suonato e improvvisato insieme sinché i pezzi non hanno raggiunto una forma che li soddisfacesse per registrare infine quelle versioni.

“Questo album è il sogno di una bambina di 40 anni fa. Ricordi privati, inscritti in una storia più ampia.”

La presenza di Toni Carbone come fonico ha caratterizzato il disco con un suono tutto analogico, con muri di amplificatori e valvolari, mentre Pino Pischetola che lo ha missato ha conferito al lavoro la freschezza della sua visione digitale.

Carmen Consoli Volevo Fare La Rockstar

Volevo Fare la Rockstar è grande sogno da custodire e coltivare, un sogno da ricercare e ascoltare è ciò che ci rende più umani e più felici, ciò che ci caratterizza e identifica.

Perché il sogno può essere un piccolo seme che germoglia diventando desiderio e il desiderio spinge a cercare le risorse e l’energia per poterlo trasformare in progetto e per mettere in piedi le azioni necessarie a realizzarlo.

Nel disco ricorrono sogni, ma anche ricordi e desideri, oltre a un senso di famiglia che va oltre i concetti tradizionali. Un amore per il padre e per il figlio che va semplicemente oltre e merita di essere celebrato, così come il tempo che passa.

Nel passato ritroviamo la nostra identità, chi siamo e cosa vogliamo diventare. Nel nostro presente cerchiamo l’impegno e la coerenza per riuscire a realizzare quei progetti, mentre la visione del futuro muove le azioni e i cuori.

Volevo fare la rockstar è un album ricco di immagini fiabesche ed oniriche.

Da un punto di vista musicale, la scrittura di Volevo fare la rockstar è particolarmente varia, ricca di spunti e suggestioni diverse.

Le armonie sono complesse e raffinate, sino a diventare quasi melodie esse stesse. Così pure le chitarre elettriche di Massimo Roccaforte, che hanno comunque un suono molto clean al limite della saturazione valvolare, com’è il caso della sua Rickenbacker 12 corde, che suggerisce atmosfere anni Sessanta.

“A Catania per un certo periodo la musica che consideravamo pop era in realtà il rock. Tutto questo grazie a Toni Carbone dei Denovo, che veniva ai miei primi concerti quando avevo 15 anni insieme a Francesco Virlinzi della Cyclope Records.

Catania era considerata la Seattle d’Italia e sono stata fortunata a vivere quel momento che ha influenzato la mia musica.”

Sono comunque tantissimi gli echi di generi e ambientazioni musicali d’ogni tempo e ogni dove.

Il linguaggio musicale è una delle voci che concorrono a raccontare il lavoro di Volevo fare la rockstar, è un’altra chiave di lettura dei testi, uno sguardo rivolto altrove, che illumina altri mondi possibili.

“Dove non arriva il testo, la parte strumentale da quell’enfasi necessaria.”

Carmen Consoli

La Conferenza Stampa

Carmen Consoli ha presentato il progetto in una conferenza stampa che si è svolta a Milano.

“La mia storia inizia dalla scuola. Io sono figlia di due Italie diverse. Da una parte la famiglia di mia madre veneta e dall’altra mio padre siciliano. Sono cresciuta tra la polenta e la caponata. Io ho vissuto queste due anime. Due regioni diverse che poi tanto diverse non erano.

Volevo fare la rockstar? E’ vero ed è tutto merito di Elvis! Mio padre mi regalò una musicassetta e da lì iniziò tutto. Sognavo un palco, una chitarra, le luci colorate e la gomma da masticare. Non mi interessava così tanto il successo.

Volevo andare e suonare in America, perchè lì tutto è più grande. I miei genitori credevano molto in questo e mi spingevano nella musica.

Ho vissuto in una Sicilia difficile, quella delle faide. Ma quando la realtà non mi dava soddisfazioni, sognavo a occhi aperti.”

Una dimensione onirica fortemente spinta dalla famiglia.

“Ho avuto la fortuna nel nascere in una famiglia che mi permetteva di sognare. Sognare non è un crimine. Nelgli anni mi sono data tutto il tempo necessario per sognare e afferrare la realtà.

Ho imparato che il sogno diventa progetto se a questo seguono atti tangibili.

In un sondaggio di trent’anni fa era emerso che nelle persone il narcisismo era al 30% e l’empatia tra gli esseri umani al 70%. Oggi è l’esatto contrario.

Ma io credo che dobbiamo avere fegato, essere coraggiosi. Quando si apre il cuore si vive. Spingersi oltre a volte è necessario, così come sfidare la vertigine.”

Una riflessione condivisibile anche per quanto riguarda il presente.

“Noi siamo anime in carriera. Oggi è troppo importante il profitto a tutti i costi. Trattiamo le persone come fossero dispositivi elettronici. Troppo spesso c’è volontà di aggiornare e aggiornarci. Quando è così non si ha tempo per sognare. I nodi, però, prima o poi vengono al pettine. Abbiamo dimenticato che essere super produttivi ci fa dimenticare chi siamo noi.”

Musicalmente Volevo Fare la Rockstar si può definire anche come un’operazione di recupero della memoria. Una particolare forma di ritorno al futuro.

“Ho rispetto per il mio passato, ma lo riscrivo e lo reinterpreto. Studio leggo e incontro persone. Non ho mai fretta di fare un disco, perchè ho imparato il valore del tempo. La nostra arma è il sapere!”

Carmen Consoli ha un rapporto speciale con Sanremo, dove ogni tanto torna come ospite. In gara, però, manca dal 2000.

“L’Ariston fa sempre parte dei miei piani. Mi piace tanto, soprattutto per la presenza dell’Orchestra. Sono italiana e lo guardo sempre. Poi mi auguro che sia sempre più bello e ricco di contenuti. Per partecipare ci vuole il momento e il pezzo giusto.”

Durante la conferenza stampa c’è anche spazio per un ricordo di Franco Battiato, che Carmen ha omaggiato anche durante Invito al Viaggio.

“Di Franco mi rimangono ironia e generosità.”

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