Eurovision 2025 Il Ballo del Qua Qua

Questa sera, durante la prima semifinale dell’Eurovision 2025, si ballerà Il Ballo del Qua Qua? Perchè?

In uno degli intermezzi in cui molti paesi approfittano per trasmettere la pubblicità, le due conduttrici introdurranno alcuni brani che sono stati dei veri e propri tormentoni. Brani esclusivamente… made in Switzerland! Se sono note le origini di Dj Bobo, Dj Antoine e del brano The Race della band Yello, meno noto è il legame con il Ballo del Qua Qua.

Le origini svizzere: Werner Thomas e le sue anatre

Tutto comincia nel 1957 a Davos, in Svizzera, dove il fisarmonicista Werner Thomas compone un motivetto allegro e ripetitivo ispirato, secondo le sue stesse parole, alla camminata delle sue 130 anatre e ai movimenti degli sciatori della città. Il brano, intitolato “Der Ententanz” (cioè “Il ballo dell’anatra”), nasce come pezzo strumentale novelty e schlager, due generi leggeri e ironici molto popolari nell’Europa centrale dell’epoca.

La melodia rimane per anni patrimonio locale, finché un produttore belga, in vacanza proprio a Davos, decide di farla registrare. La prima pubblicazione ufficiale arriva nel 1973 con il titolo “Tchip Tchip”, eseguita dai Cash & Carry su sintetizzatore Moog. Il successo è immediato: il singolo resta in cima alle classifiche svizzere per cinque settimane e vende oltre 100.000 copie.

Nel 1981, il brano arriva anche in Italia grazie alla voce di Romina Power, che lo interpreta in una nuova versione testuale intitolata “Il ballo del qua qua”, riarrangiata da Terry Rendall e Lorenzo Raggi. Il brano viene presentato nel popolarissimo programma Fantastico 2, e conquista subito il pubblico italiano, diventando un fenomeno nazionale.

La canzone viene poi inserita nell’album “Felicità” del 1982, realizzato con Al Bano. L’impatto commerciale è notevole: il singolo raggiunge la vetta della classifica dei 45 giri più venduti il 24 aprile 1982, rimanendo nella top 10 per oltre sei mesi. A fine anno, risulta essere il sesto singolo più venduto del 1982 in Italia.

Anche grazie alla simpatia e alla leggerezza della performance di Romina, il Ballo del Qua Qua diventa un vero e proprio cult, simbolo degli anni ’80 italiani e colonna sonora di innumerevoli feste di compleanno e programmi TV.

A riportare il Ballo del Qua Qua sotto i riflettori ci ha pensato, in modo del tutto inaspettato, il Festival di Sanremo 2024. Durante una delle serate, il leggendario attore americano John Travolta — noto per i suoi ruoli in “Grease” e “La febbre del sabato sera” — è stato invitato sul palco dell’Ariston.

Nel bel mezzo dello show, è stato coinvolto in una coreografia improvvisata del Ballo del Qua Qua, in un momento televisivo diventato immediatamente virale. Tra lo stupore generale e qualche sorriso imbarazzato, Travolta ha seguito i movimenti simbolici dell’anatra, suscitando reazioni contrastanti tra il pubblico e sui social, ma contribuendo comunque a riportare il brano nell’immaginario collettivo.

Il Ballo del Qua Qua non è un caso isolato italiano. Il brano ha avuto oltre 300 cover in 42 Paesi, con titoli diversi e spesso adattamenti dedicati ad altri animali per ragioni linguistiche. In inglese è noto come “The Chicken Dance”, in francese “La danse des canards”, in spagnolo “El baile de los pajaritos”, e in giapponese addirittura come “Okashii Tori” (“l’uccello matto”).

Nel mondo anglosassone, il 14 maggio è persino celebrato come Dance Like a Chicken Day, una giornata interamente dedicata al ballo e al divertimento.

Da un giardino di Davos al palco della St Jacobshalle, passando per il cuore della musica pop italiana: il Ballo del Qua Qua è molto più di una canzoncina per bambini. È un pezzo di cultura popolare globale, capace di attraversare epoche, generazioni e confini con la sola forza di una melodia irresistibile… e qualche movimento d’ala.

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