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Intervista a Cioffi che, dopo i buoni riscontri del singolo estivo Ex, è tornato con Bogotà, brano prodotto da Machweo e Room9.

“Ho scritto un brano di cui vado estremamente orgoglioso.
In realtà non so di che parla precisamente, so solo che mi rende felice. Un problema comune di noi ragazzi, della nostra generazione è la tremenda paura di innamorarsi, essere felici e goderci le cose. Tendiamo a idealizzare e cercare la perfezione in tutto. Non riusciamo ad accettare i nostri difetti, le nostre paure e non ci spingiamo spesso per timore a superare i nostri limiti. E voi direte stica***, però se ci riflettiamo è un problema. Il mio psicologo una volta mi disse ‘il romanticismo è una patologia e non c’è soluzione terapeutica.’ Non so se ha ragione, io so solo che voglio solo fare musica che mi piaccia e mi faccia sentire come se fossi innamorato ogni giorno.”

Intervista a Cioffi

Come è nato il “Bogotà” e cosa ti ha spinto verso un lato così introspettivo?

“Bogotà” è nato da un vero e proprio flusso di coscienza. Eravamo in sessione con Machweo e Room9., inizialmente per allenarci e scrivere qualcosa di leggero. Il brano è partito come un up-tempo, ma ci siamo resi conto che stava prendendo una direzione più profonda. Alla fine, ci siamo ispirati a una frase del mio psicologo: “Il romanticismo è una patologia e non c’è soluzione terapeutica”. Da lì, è nata la riflessione sulla filofobia, la paura di amare. È un sentimento complesso che tanti, me incluso, vivono.

Quanto è stato difficile tradurre un tema così delicato in musica?

È stato complicato perché volevo essere il più preciso possibile. Questo brano è molto personale, quindi doveva rappresentarmi al 100%. Il mio obiettivo era dare voce a chi vive le stesse difficoltà. Sentire persone che, dopo aver ascoltato “Bogotà”, mi hanno detto “Questa è la mia storia” è stato emozionante. Mi ha fatto capire che non siamo soli.

Dal punto di vista della produzione, il brano è molto intenso e cresce emotivamente. Quanto hai contribuito a questo processo?

Tantissimo, soprattutto sulle parti vocali. I cori, per esempio, sono tutti realizzati da me, stratificando 30-40 voci diverse. Anche nella produzione musicale, ho lavorato a stretto contatto con Giorgio e Maqueo per rendere il pezzo coerente con le mie emozioni. Ci sono volute diverse sessioni per ottenere il risultato desiderato.

“Bogotà” è un brano personale e ti espone in modo vulnerabile. Come vivi questa esposizione rispetto a singoli più leggeri come “EX”?

È molto diverso. “EX” era un gioco, un brano ironico e spensierato. Con “Bogotà”, invece, mi sono messo completamente a nudo. Parlare di un problema reale come la paura di amare ti espone inevitabilmente al giudizio, ma sono felice di averlo fatto. Mi rappresenta pienamente, e sono orgoglioso del risultato.

Il brano sembra anche un elogio dell’imperfezione.

Assolutamente sì. Viviamo in una società che ci chiede la perfezione, ma la vera bellezza nei rapporti umani sta nell’accettare le imperfezioni. Che sia un amico, un partner o un familiare, l’amore si trova nel conoscere e accettare i difetti di una persona. È questo che rende autentici i legami.

TikTok ha avuto un ruolo importante nel successo di “EX”. Come vivi il rapporto tra la tua musica e i social media?

Amo TikTok e mi piace usarlo per promuovere la mia musica. Per “Bogotà”, ho voluto fare qualcosa di diverso, puntando su contenuti più emozionali e autentici, come highlights di vita quotidiana. Nonostante fosse considerato anti-TikTok, ha funzionato! Mi piace sperimentare e trovare modi nuovi per far arrivare i miei pezzi a più persone possibili.

Su Instagram condividi spesso pensieri personali. Quanto è importante questo aspetto per il rapporto con i fan?

È fondamentale. Voglio che i fan conoscano non solo le mie canzoni, ma anche chi sono come persona. Questo crea un legame più profondo e li spinge a seguire anche i miei live e il mio percorso, non solo i singoli brani.

A proposito di “Bogotà”, il primo spoiler è arrivato a San Siro, prima della partita tra Milan e Juventus. Come hai vissuto quel momento?

È stato incredibile! San Siro è legato al mio amore per il calcio, e sentire la mia canzone lì è stato uno dei momenti più belli della mia vita. È stato emozionante vedere un coro degli ultras accompagnare il mio brano.

Il tuo ruolo nella Nazionale Cantanti ha portato la tua musica anche in contesti benefici.

La Nazionale Cantanti mi ha dato una carica di energia incredibile. È un’opportunità unica per unire musica e solidarietà, e sono grato di farne parte.

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