Marco Masini

Intervista a Marco Masini, che, a 7 anni dall’ultimo disco in studio, ha pubblicato il nuovo atteso album 10 amori, con cui celebra anche i 60 anni, che l’artista ha compiuto il 18 settembre. Qui il link per l’acquisto.

Un lavoro che, come preannunciato già dal titolo “10 AMORI“, parla di amore in senso universale, di tutti gli amori di una vita, di tutti quegli amori che rimangono appiccicati addosso per sempre, dando la certezza dell’esistenza di un legame tra il passato e il presente e creando la speranza di un domani in cui credere.

10 AMORI” racchiude e racconta tutte le anime di Marco, dalla sua poetica sensibilità alla sua profondità e alla capacità innata di comunicare con intensità e allo stesso tempo con ironia, sempre accompagnato dal suo coraggio di affrontare appassionatamente la vita, la musica e gli amori.

Intervista a Marco Masini

Marco, è passato un po’ di tempo dall’ultimo disco di inediti. Quali sono le emozioni che provi in occasione dell’uscita di “10 Amori”?

Beh, diciamo emozioni e sensazioni belle, di condivisione. Quando esci con un disco, è come raccontare tante cose a tante persone. Cerchi le opinioni degli altri e, attraverso queste, vai alla ricerca anche di te stesso.

Hai dichiarato che ogni album è una scoperta e una scommessa. Cosa hai scoperto lavorando a “10 Amori”? Quali sfide hai affrontato?

C’è un dovere professionale che ti porta a scoprire musica nuova. Non è facile, per chi arriva dagli anni ’70, allinearsi ai parametri tecnici e di ascolto di oggi. Il tempo ha cambiato tutto, anche il modo in cui si ascolta musica, e devi essere bravo ad adattarti senza stravolgerti. È stato difficile, ma è un’evoluzione naturale.

Questo disco mantiene la tua impronta riconoscibile, ma hai anche sperimentato a livello di produzione. Come sei arrivato a trovare il giusto equilibrio?

Ascoltando gli altri, specialmente i più giovani, e cercando di imparare da loro. Poi ho portato queste nuove idee nel mio mondo, mantenendo una coerenza con quello che sono sempre stato. Se avessi cambiato troppo, avrei perso la mia essenza.

Nell’album emerge un equilibrio tra sensibilità e ironia. Come sei riuscito a bilanciare queste componenti nelle canzoni?

Le canzoni sono istintive, non c’è bisogno di troppa riflessione meccanica. Quando tu, come persona, evolvi, riesci a trovare un equilibrio naturale tra presente e passato, tra ironia e profondità, tra metafore e immagini dirette.

“Dovevamo essere noi” è un pezzo che descrive bene questo processo di cambiamento e le aspettative che si trasformano. Come è nato questo brano?

È nato dai racconti di amici della mia generazione. Descrive il fallimento generazionale, ma anche una grande vittoria sentimentale. È un brano che racconta una generazione che ha fallito in molti aspetti, ma che ha mantenuto forti legami affettivi.

“Non è una scelta” esplora l’amore tra persone di età diverse. Come hai affrontato questo tema così delicato?

Si tratta di un brano che parla di come cerchiamo l’eterna giovinezza nelle relazioni. È gratificante immergersi nella realtà di una persona più giovane, ma allo stesso tempo bisogna bilanciare la propria responsabilità. È una riflessione su come vivere il tempo senza sentirsi prigionieri di esso.

Un altro brano che colpisce è “Due fidanzati degli anni ’30”, una storia molto personale. Come sei riuscito a mettere in musica un tema così intimo?

L’ispirazione è nata per caso, osservando due anziani sui Navigli a Milano. Mi ha colpito il loro sguardo, come se si guardassero per la prima volta. Da lì ho collegato tutto ai miei genitori, che sono nati negli anni ’30, e abbiamo creato il brano con Daniele Coro e altri autori.

Anche “Splendido” affronta un tema complesso, quello di un genitore separato. Come hai messo in musica una storia così delicata?

Descrive la difficoltà di essere un genitore separato. Quando perdi il nido che avevi costruito, cerchi di riparare e di essere un padre ancora più presente. È una storia che racconta un’esperienza comune a molti.

In questo disco, l’amore viene raccontato in tutte le sue forme. Quanto è importante per te esplorare le diverse sfaccettature dell’amore?

L’amore è un concetto complesso e non si può banalizzare. Prima di tutto, nasce dall’amore per noi stessi. Se non siamo in pace con noi stessi, non possiamo dare amore agli altri.

Hai festeggiato i tuoi 60 anni incontrando il pubblico e condividendo alcuni brani del nuovo disco. Come è andata?

È stato bellissimo vedere l’affetto del pubblico. Mi ha sorpreso vedere ragazzi che hanno insegnato le mie canzoni ai loro figli. Questo è il regalo più grande che si possa ricevere come artista.

L’ultima domanda riguarda il live. Cosa rappresentano per te i concerti nei palazzetti dello sport?

Vorrei ricreare l’atmosfera degli anni ’90, con la stessa sensazione e l’energia di quei tempi. È un viaggio nel tempo, un modo per riportare il pubblico a quei momenti.

Qui il calendario live 2025 e Qui il link per l’acquisto dei biglietti.