Peter White

Intervista a Peter White, che lo scorso 27 ottobre ha pubblicato l’album Acqua e Zucchero, progetto giunge in seguito a un anno ricco di release e traguardi per l’artista, che in questi mesi ha totalizzato mezzo milione di ascoltatori mensili.

L’album, che si compone di 14 tracce e include i featuring con chiamamifaro, Galeffi e Gemello, è una miscela musicale autentica, genuina, efficace nella sua semplicità per raccontare ideali, dubbi, emozioni e sentimenti contrastanti, che si mischiano secondo dopo secondo, nota dopo nota, rivelando un quadro temporale e spaziale dell’esistenza di PETER WHITE, scandito tra la prima e l’ultima traccia.

È online il videoclip di “Momento esatto“, focus track dell’album.

Nel videoclip, diretto da dopoesco, Peter White conclude il suo viaggio ideale, raccontato anche nei precedenti video. L’artista è qui seduto nel retro di un pick-up, ripreso mentre canta in compagnia della sua chitarra, alle spalle un paesaggio suggestivo e sconfinato. Il brano è una rassicurazione rivolta a una persona importante, a cui il cantautore dice di poter contare su di lui nel momento in cui le cose vanno nel verso sbagliato.

Intervista a Peter White, il nuovo album “Acqua e Zucchero”

Cosa rappresenta “Acqua e Zucchero” nel tuo percorso artistico?

Dal punto di vista cronologico rappresenta il mio terzo album ufficiale, ma dal punto di vista personale e artistico è una rigenerazione. “Acqua e zucchero” segna il mio ritorno all’indipendenza, con il forte desiderio di riprendere un contatto più intimo e radicato con la mia musica. È un disco spontaneo, senza troppi schemi o artefazioni: per questo motivo ho scelto come titolo una delle miscele più semplici ma allo stesso tempo iconiche di sempre.

Uno degli aspetti sorprendenti del disco è l’eterogeneità delle 14 tracce, che crea un’omogeneità incredibile. É una sensazione che avete avvertito anche durante la lavorazione del disco o solo a progetto ultimato?

È vero, quando abbiamo ascoltato “Acqua e zucchero” tutto di seguito siamo rimasti sbalorditi da come suonasse coerente e fluido. Trovo incredibile come questo disco viva in perfetta armonia con alcune antitesi: credo rimanga estremamente intimo nonostante sia stato lavorato insieme a tante persone. Forse il fil rouge è la mia penna, la mia voce e le mie idee. In ogni caso preferisco sempre lasciare giudizi e interpretazioni agli ascoltatori.

Come mai hai scelto di aprire il disco con “Momento esatto”?

Perché fare musica per me significa cercare di focalizzare il tempo, incidendolo. Mi piaceva l’idea del momento esatto in cui il giorno si trasforma in sera: quella luce naturale che scende e per un attimo resta appesa, tra le strade e le case, appena prima che si accendano i lampioni e le lampade dei soggiorni.

Oltre a questo immaginario che mi ha sempre affascinato, mi piaceva partire da una canzone che prende posizione nel ritornello, recitando: “Quando hai le emozioni che ti fanno a gara con il buio che si prende la città, puoi chiamarmi che io ci sarò”. È così, io ci sono: con queste parole, con questa canzone, con questo album.

“Qualcosa in mezzo ai denti” vede la collaborazione di Galeffi. Ascoltando le vostre produzioni musicali, sono davvero tanti i punti in comune. Cosa ti colpisce del suo approccio musicale?

La grande capacità di trovare melodie: Marco (Galeffi) è un pozzo inesauribile di idee. Entrambi siamo affascinati dall’estetica retrò e l’abbiamo riportata in questo brano, che si può quasi ballare in 6/8.

“Radio” è una canzone che colpisce per il mood sonoro. Ce la puoi raccontare?

È una delle prime canzoni che ho scritto di “Acqua e zucchero”. Dentro ci sono vari fotogrammi che descrivono alcuni “Momenti esatti” della mia vita: i capelli di una ragazza al vento, Roma Termini di notte, un viaggio a Istanbul, le onde del Bosforo, canzoni che non vanno più via dalla testa e la curva di uno stadio che festeggia un goal allo scadere della partita.

In “Karaoke” rifletti su passato, presente e futuro. Quanto è stato terapeutico scrivere questo brano?

Tanto. In un’industria musicale che si muove troppo velocemente ho deciso di rilasciare “Karaoke” come ultimo singolo come anticipazione dell’album. Dentro ci sono vari riferimenti alla monotonia e alla ripetitività del sistema in cui viviamo, come per esempio: “Mi sento un po’ come un’onda che tocca riva e poi ritorna in mare”. A tutto questo però c’è una soluzione: prendere un respiro e accettare.

“Baricentro” è uno dei pezzi più sorprendenti dell’album. Come mai hai scelto di condividerlo con chiamamifaro? Il suo apporto è fondamentale.

Perché era perfetta per questo brano. Dal primo momento in cui ho sentito la sua registrazione sul ritornello ho pensato che le nostre voci sembrino essere complementari. Sempre per tornare ai paradossi e alle antitesi: “Baricentro” è riuscito a spostare i miei equilibri.

Stupisce anche il pezzo con Gemello. Un perfetto incastro tra pop e rap. Perché hai pensato proprio a lui?

È la nostra seconda collaborazione. Rispetto molto Andrea, che è vera e propria icona artistica di Roma. Trovo sempre interessante poter sbirciare il suo mondo mentre scrive le strofe. Mentre per “Sabato sera” abbiamo lavorato a distanza perché eravamo in piena pandemia, per “Segni zodiacali” ci siamo visti in studio e ho avuto il piacere e la fortuna di fargli da “specchio” durante la scrittura.

Qual è la riflessione che ha guidato la composizione di “Mercoledì, 2017”?

Il tempo che passa: non puoi riprenderlo, non devi rimpiangerlo. Mi piaceva l’idea di “donare i miei vent’anni” a una persona speciale. Tutto gira anche intorno all’amore, visto sotto una lente particolare: un mercoledì come un altro. Ho cercato di illuminare qualcosa che all’apparenza può risultare spento, ma che per me nascondeva una nuance poetica. Perché sì: “L’amore è bello anche di mercoledì”.