iPantellas Jacopo

Jacopo de iPantellas, dopo l’aggressione della scorsa settimana, ha raccontato la brutta esperienza in un video postato sui social.

Grazie di cuore per i messaggi di affetto, ci ha fatto tantissimo piacere sentire la vostra vicinanza. La violenza non è mai una cosa figa.”

Queste le prime parole del ragazzo che nel video appare con l’amico e socio Daniel Marangiolo.

Quella sera sono andato a cena da mia nonna, come succede ogni dieci giorni. Poi verso le 22.20 sono sceso in strada e sono salito in auto: non sono partito subito perché stavo rispondendo a un messaggio di Dan. In quel momento ho sentito un colpo sul vetro del passeggero, mi sono voltato e ho visto un ragazzo che batteva con le mani, come per salutarmi.

La portiera si è subito aperta, mi sono girato e mi sono trovato una pistola puntata alla testa, con quest’altro ragazzo che mi ha chiesto di consegnare tutto quello che avevo. Io a quel punto sono rimasto pietrificato e il ragazzo non mi ha dato modo di reagire, ma entrambi mi hanno aggredito all’interno dell’auto, con l’intento di derubarmi. Non riuscivano a prendermi gli oggetti e uno dei due si è molto innervosito della cosa, e ha iniziato a dire “ti ammazzo”, “ti faccio fuori” e ha cominciato a strangolarmi.”

iPantellas, parla Jacopo dopo l’aggressione

Sono arrivato a un punto che non avevo più fiato, però con la mano destra sono riuscito a spingere il clacson nella speranza di avvertire il vicinato. Nessuno ha però notato il mio tentativo. I due però si sono molto agitati e quindi hanno discusso tra loro. Io nel frattempo sono scivolato giù dall’auto. Rialzandomi, il ragazzo con la pistola mi ha colpito con il calcio due o tre volte in testa. Io sono riuscito a rimanere in piedi e loro sono scappati insultandomi.”

Poi un aggiornamento sulle sue condizioni di salute.

Non ho riportato lesioni, fisicamente sto abbastanza bene, però sento ancora danni psicologici: oltre a sentirmi poco sicuro e ad avere la paura di tornare alla vita normale, ho ancora confusione in testa, mi sento vuoto. Ma spero di poter recuperare presto.”

La chiusura con un appello.

La cronaca dice che non si tratta di casi isolati. Possiamo dire che ci sono modelli culturali sbagliati o tante altre cose, ma la cosa su cui ci sentiamo di riflettere è soltanto una: la violenza non è mai una cosa figa e speriamo di non essere gli unici a pensarlo.”

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