Marco Mengoni

Il 2024 è stato un anno in chiaroscuro per Marco Mengoni sotto il profilo finanziario. La sua società No Comment Opificio Musicale Srl ha registrato un calo di fatturato di oltre un milione di euro, ma al tempo stesso ha visto schizzare l’utile netto, grazie a un taglio deciso delle spese operative.

Secondo il bilancio chiuso al 31 dicembre 2024, i ricavi sono scesi del 23,7% rispetto all’anno precedente, passando da 4,32 a 3,29 milioni di euro. Nonostante la flessione, l’utile netto è cresciuto in modo esponenziale, raggiungendo 360.407 euro, una cifra 21 volte superiore ai 16.675 euro del 2023. Questo risultato, però, non è stato redistribuito ma accantonato a riserva per affrontare eventuali periodi meno favorevoli.

Alla base di questo risultato c’è un’importante operazione di riduzione dei costi, in particolare dei servizi esterni, che nel 2024 sono passati da 4,1 milioni a 2,66 milioni di euro. Una scelta mirata che ha permesso di compensare il calo dei ricavi mantenendo un equilibrio economico solido.

Nella nota integrativa, l’amministratrice Claudia Carboni ha sottolineato le incertezze legate al contesto politico ed economico globale: «Il quadro complessivo rivela una fase di assestamento globale», scrive, facendo riferimento ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, e a una fase di transizione per l’economia internazionale. Per questo, la governance della società ha rafforzato i sistemi di monitoraggio e prevenzione delle crisi, ispirandosi a criteri di eccellenza nella gestione aziendale.

Meno incoraggianti i risultati dell’altra società legata a Marco Mengoni, Akisifio Real Estate, che gestisce attività immobiliari; nel 2024 il fatturato si è fermato a 20.314 euro, provenienti da un solo affitto, e il bilancio si è chiuso con una perdita di 12.019 euro. Nonostante le riserve disponibili (oltre mezzo milione di euro), il rendimento del settore resta deludente. Tanto che l’amministratrice Claudia Carboni ha scelto di non percepire alcun compenso per la gestione.

Marco Mengoni ha affrontato un anno di calo dei ricavi ma è riuscito a mantenere solidità economica grazie a scelte gestionali oculate. Meno brillante, per ora, l’investimento immobiliare. Un segnale chiaro di come, anche nel mondo della musica, contare su una governance attenta sia essenziale per navigare tra le incertezze globali.

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