Si avvicina la finalissima di Sanremo Giovani e vi proponiamo la nostra intervista a Tancredi, uno dei dodici protagonisti di questa edizione 2023 del contest che consente a tre artisti di partecipare al 74esimo Festival della canzone italiana.
“Perle” è il titolo del brano inedito che il giovane cantautore milanese presenterà dal vivo il prossimo 19 dicembre, nel corso dell’evento in scena al Casinò di Sanremo e in onda in prima serata su Rai Uno.
Prodotto da Giordano Colombo e scritto da Tancredi e da Alessandro Antonini, il brano rappresenta un flusso di coscienza che sviscera i lati oscuri di un rapporto altalenante tra due protagonisti che sembrano vivere una fase completamente opposta della propria vita.
Sanremo Giovani 2023, intervista a Tancredi
Ci racconti come stai esorcizzando l’attesa che ti separa da questo importante appuntamento?
«Devo dire che in questi giorni ho avuto un po’ di ansia, ma comunque mi tengo impegnato uscendo con i miei amici, passando del tempo con la mia famiglia, facendo le prove e continuando a scrivere. Insomma, faccio cose per non doverci pensare troppo».
Come hai saputo della notizia, cosa hai pensato in quel momento e qual è stata la prima reazione?
«Fa abbastanza ridere, perché era andato in motorino con mia sorella a fare colazione e avevo il cellulare in modalità silenziosa. Nel momento in cui mi sono ritrovato alla cassa per pagare con il telefono, mi è apparsa una notifica di una chat comune, in cui un mio collaboratore scriveva alla mia stylist per cose organizzative visto che ero passato in finale. Da lì ho recuperato la miriade di conversazioni pregresse. Ecco, l’ho saputo così.».
“Perle” è il titolo del brano che ti ha permesso di arrivare a giocarti un biglietto d’ingresso per il Festival di febbraio. Ci racconti com’è nato questo pezzo?
«Questa canzone è nata un anno fa, durante un periodo abbastanza particolare per me. Stavo attraversando, diciamo, un momento depressivo, perché c’erano tante cose che dovevo fare e che probabilmente avevo rimandato per troppo tempo. Così decisi di andare dalla psicoterapeuta e quel giorno mi sono fatto tutta Milano a piedi, passeggiando. Ad un certo punto mi sono ritrovato in un bar a prendere un caffè e stavo così male che il barista mi fece notare di avere una faccia triste, ma non mi andava di parlarne. In compenso, subito dopo buttai giù la prima parte del ritornello di “Perle”, senza musica, diciamo che c’era il testo e c’era già la melodia. Da lì a qualche giorno, insieme ad Alessandro Antonini abbiamo cominciato a completare il tutto, la produzione di Giordano Colombo ha fatto poi il resto».

Tutto ciò è ampiamente descritto in questa immagine di lei che guarda il cielo azzurro mentre lui guarda le piastrelle. A volte accade in una relazione di coppia di ritrovarsi a vedere le cose in maniera completamente diversa…
«Io mi sono ritrovato a vivere questa situazione, il brano non fa altro che raccontare di me e della situazione che stavo vivendo. In quel frangente io mi sentivo in difetto, perché avendo tante cose da risolvere non ero in grado di provare un amore vero. Per questo motivo è stato fondamentale parlarne e trovare dall’altra parte una persona comprensiva, intelligente, intenta ad aspettare. Pian piano ho poi risolto le mie cose, da lì nel giro di qualche mese ho iniziato a migliorare e di conseguenza anche la relazione è migliorata. “Perle” non fa che descrivere un momento negativo che poi comunque ha portato a un momento positivo della relazione».
Hai avuto modo di ascoltare le altre proposte dei partecipanti di Sanremo Giovani?
«Secondo me il livello è alto, le proposte sono tutte valide perchè ciascun artista porta con sé il proprio mondo. Tra i pezzi in gara, mi piace quello di Valle LP, perchè il testo è crudo e apprezzo molto quel genere di scrittura. Poi ho trovato molto bello il brano dei Santi Francesi e di Clara»..
Per concludere, come valuti il tuo rapporto con il Festival di Sanremo? È una rassegna che hai sempre seguito o a cui ti sei avvicinato negli ultimi anni?
«Mi sono avvicinato di più negli ultimi anni, ormai posso ritenermi quasi un fan di Sanremo e le ultime edizioni le ho seguite molto volentieri, complice il fatto che ci siano molti più artisti giovani rispetto al passato. È un palcoscenico che Amadeus è riuscito ad allargare a tutti, proponendo generi e artisti dai target diversi, non a caso molti cantanti che prima dicevano di non volerci andare hanno cambiato idea e si sono aperti al Festival. Questo è sia positivo che figo, perché parliamo della rassegna canora italiana più importante ed è giusto che ci siano sia personaggi che hanno fatto la storia della musica, ma anche proposte più contemporanee».
Videointervista a Tancredi
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.
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